lunedì 4 novembre 2013

I canali marziani, la comunicazione metapsichica, la vita 'oltre' all'origine della cosmogonia





Callegari conosce un testo di Flammarion del 1894 intitolato La Fin du Monde, che giudica "narrazione in gran parte fantastica, ma con substrato scientifico per quanto paradossale": di fronte allo scontro devastante del nostro pianeta con una gigantesca cometa. allertati sulla prospettiva, i più grandi scienziati si arrovellano in un’aspra discussione accademica presso l’Institut de Science di Parigi sulla possibilità che lo scontro possa determinare la scomparsa della Terra o porti "des îles nouvelles extraterrestres, les germes d’existences inconnues". Sono scenari catastrofici che si delineano al contatto: le acque invaderanno i continenti e livelleranno profondamente l’orogenesi per erosione; l’azione del vento e delle infiltrazioni, delle variazioni di temperatura provocheranno una spaventosa erosione continentale ed enormi altopiani, piattaforme livellate, segneranno inevitabilmente il paesaggio. Successivamente, la prolungata siccità. Non assomiglia forse all’evoluzione di Marte secondo le convinzioni del tempo? Grandi oceani scomparsi, i mari ridotti a baie mediterranee poco profonde, continenti spianati, evaporazione facilmente producentesi, vapor acqueo ancora presente nell’atmosfera, piogge rare, nevicate abbondanti per condensazione sulla regione polare (soggetta a sciogliersi ciclicamente): un mondo ancora abitabile per degli esseri analoghi a quelli che popolano la Terra. E' come indicare che guardare Marte alla fine del XIX secolo dà il senso del confronto diretto con la sorte "futuribile" del nostro globo: Flammarion si spinge a dire che il pianeta rosso sia un astro "plus avancée"  nel suo sviluppo che la Terra, non possiede più alcun oceano ma solo limitate e non profonde distese umide, governate da canali, il vapor acqueo disponibile è estremamente limitato, l’atmosfera è invariabilmente "secca", condensazioni ed evaporazione si realizzano limitatamente e in brevissimo tempo; esiste ancora acqua laggiù: "en observant les neiges de la planéte Mars et ses mers, on pouvait en conclure que sans doute l’eau existe là comme ici".

Non si può parlare tout court di "aria" o "acqua" nel pianeta rosso, ma di liquidi e gas planetari "soient d’une composition chimique analogue". E’ più significativo per la nostra analisi ricordare come la fisiologia ha mostrato all’inizio del Novecento che la vita esiste sulla Terra nelle condizioni più diverse, per caldo, freddo, pressione atmosferica. Se i microscopi della "batteriologia" trionfante d'inizio XX secolo evidenziano una vita "invisibile" straripante sulla Terra a testimonianza dell’infinita energia di fecondità della natura nelle più disparate manifestazioni, i telescopi ci mostrano ora quella "straripata" nell’universo senza che alcunché possa ostacolare la manifestazione della potenza della natura nella realizzazione di esseri viventi in ogni astro e in ogni epoca. Le condizioni di abitabilità del pianeta sono il complemento necessario all’esistenza delle molteplici umanità e delle manifestazioni di vita su ogni mondo, suprema finalità d’ogni astro; Callegari nella sua monografia richiama la pubblicazione di La Planéte Mars et ses conditions d’habitabilité nel 1892 come dell’opera "più completa che abbiamo intorno al suddetto pianeta".

Appunti di Giovanni Schiaparelli
(dal fondo omonimo dell'archivio di Brera, Milano)

In quegli anni un serrato dibattito sulla possibilità che le indagini sperimentali sul pianeta rosso ci possano confermare nell’ipotesi della presenza di "vita" interessa anche i contesti più autorevoli del mondo accademico scientifico internazionale. L’astronomia influenza e si fa influenzare da un’opinione affascinante e ricca di implicazioni etico-filosofiche e scientifico-filosofiche: Giovanni Schiaparelli dal 1878 traduce le osservazioni sperimentali delle linee scure che solcano le regioni desertiche nella mappatura di "canali", grandi canyons ove potrebbe scorrere l’acqua secondo modelli analogici con la geologia terrestre; egli ipotizza anche che la loro rigida struttura geometrica implichi l’intervento attivo di un’"intelligenza" realizzativa; scettico dal punto di vista accademico, accarezza più volte la teoria negli scritti divulgativi. Callegari ricorda il giudizio di Schiaparelli su Flammarion espresso nel Pianeta Marte pubblicato nel 1893, "inviatomi da Lui stesso pochi dì prima della Sua fine": "la dottrina della pluralità dei mondi abitati da esseri viventi e intelligenti ha trovato ardente apostolo in Camillo Flammarion, dotto e immaginoso scrittore, nel quale la scienza copiosa ed ordinata dei fatti d’osservazione non impedisce l’esercizio di una fantasia potente... egli si è proposto di sottrarre questo tema alla fantasia dei poeti... di dargli così tutto quel grado di logica consistenza e di probabilità empirica di cui è capace l’apparato scientifico". Nel 1894 il miliardario Percival Lowell raccoglie una lunga serie di osservazioni sperimentali nel deserto dell’Arizona in occasione del movimento di opposizione del pianeta: tra le carte del Fondo Schiaparelli nell’Archivio di Brera, una busta raccoglie articoli di giornale e fotografie, trasmessi da Lowell all’attenzione dell’illustre astronomo italiano, a testimonianza di anni frenetici di contatti e sorprendenti supposizioni. Lowell procede con la supervisione di William Pickering, che già dal 1892 indaga sulle canalizzazioni e sulle "zone oscure" del pianeta rosso: l'idea che esista una "civiltà" marziana in lotta per la sopravvivenza nell’arido pianeta prende piede soprattutto in questo ambiente. Il sistema di canalizzazione, allora, "presenta una indescrivibile semplicità e simmetria che possono essere interpretati come il lavoro sulla base di una scelta intelligente" ipotizzerà Schiaparelli prima di morire nel 1898. 
Nelle recensioni apparse su "La Provincia di Padova" nei primi anni del XX secolo Callegari partecipa di questo "sentore" che mischia questioni astronomiche e suggestioni irrazionalistiche, filosofico-esoteriche; riprende a sommi capi le osservazioni di Schiaparelli: la carta topografica del pianeta rosso, l’ipotesi per cui la presenza di macchie scure è indice di esistenza dell’acqua (che assorbe luce), concentrata in acquitrini e discioltasi dalle regioni polari. 

Accenniamo ora ad un'ultima suggestione culturale di Callegari derivata dalla sua attenta ed esaustiva lettura di Flammarion. Sul romanzo La fin du Monde: "la teoria della trasmigrazione astrale delle anime è sviluppata in Uranie ed è in gran onore nel romanzo siderale "Stella"; a proposito dei grandi problemi della psiche umana, il cui dibattito è in questi tempi più accanito e ardente, gli infiniti misteri degli spazi interplanetari ed interstellari hanno sedotto (Flammarion, nda) a studiare quelli non meno infiniti ed ammirabili dello spirito umano; dalla sublime contemplazione delle sfere gravitanti nello spazio, è passato allo studio delle vibrazioni del nostro cervello: ciascuna sensazione, ciascuna idea corrisponde a vibrazioni, ci prova l’esistenza di un mondo psichico reale, tanto come il mondo conosciuto dai sensi". Il segnale metapsichico sembra fornire "dati osservativi" pseudoscientifici alle oscure e catastrofiche profezie sulla morte e "rigenerazione" dell’uomo, in presenza di una gerarchia evolutiva interastrale di anime e di mondi. Se i pianeti sono abitati, per la rilevazione sovrastimata delle loro analogie con la Terra, allora è possibile sostenere che la Terra, dal punto di vista delle sue caratteristiche "psichiche", derivate dal suo stato fisico, è un pianeta mediocre, senza alcunché d’eccezionale: stagionalità e ciclo di rivoluzione astronomica sembrano assicurare altrove condizioni più favorevoli al prolungamento dell’esistenza. Qui decisamente in modo sorprendente e curioso le tematiche del ragionamento scientifico e dell'abito positivistico vagano decisamente nella temperie etico-filosofica dello spiritualismo, delle ricerche ai confini della scienza sullo spiritismo e sui medium: la 'metapischica'. Se esiste influenza 'psichica', la possibilità delle onde cerebrali a distanza, una comunicazione oltre i confini degli astri tra umanità 'diverse', forse può essere all'origine  delle costruzioni mitologiche e fantastiche, delle oscure definizioni cosmogoniche delle civiltà antiche: "la materia non esiste come la percepiscono i nostri sensi che ci danno soltanto le impressioni incomplete d’una realtà ignota; sarebbe costituita come la luce, il calore, l’elettricità da una specie di movimento per cui l’universo è un dinamismo, la sostanza unica è immateriale ed inconoscibile nella sua essenza, noi ne vediamo le condensazioni d’ordine psichico... nel nostro mondo le forze psichiche hanno una parte assai insufficientemente osservata; l’uomo è dotato di facoltà, che le osservazioni fatte sui medium, sui dinamogeni mettono in evidenza, come il magnetismo, l’ipnotismo, la telepatia, la visione a distanza, la premonizione".


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