lunedì 4 gennaio 2021

Il progetto di integrazione al Museo Nacional

Ecco un altro estratto dal nuovo libro

Nel XIX secolo il movimento per l'indipendenza guidato dalla popolazione creola costruì il sentimento di un'identità nazionale.
Nel 1865, il Museo Nazionale fu trasferito alla zecca con decreto di Massimiliano d'Asburgo, ed aumentò le sue raccolte e l'analisi della storia degli abitanti d'America fu promossa attraverso l'archeologia, l'etnografia, la filologia, l'araldica, biologia e geologia; nel contesto di un Museo Pubblico di Storia Naturale, Archeologia e Storia, insieme alla nascente Biblioteca Nazionale, istituzioni modellate sugli studi francesi di antropologia fisica ed etnologia, secondo i principi di base del positivismo e dello scolasticismo.
Nel 1903 iniziò l'insegnamento dell'antropologia fisica e dell'etnologia, insegnate dal dottor Nicolás León, con l'istituzione delle classi di Etnologia, insieme ad altre personalità come Jesús Galindo e Villa; sulla base di un accordo con la direzione dell'istruzione secondaria, preparatoria e professionale del ministero della Giustizia e dell'istruzione pubblica. León riteneva che “un corso di etnologia per avere successo deve includere:

  • insegnamento di etnologia generale; 
  • insegnamento di etnologia messicana. 

Il primo, dedicato alla sensibilizzazione sui problemi etnici fondamentale, e lo studio
dei vari gruppi etnici primordiali. Il secondo sarà lo studio speciale dei popoli dell'antico Messico e delle tribù attualmente esistenti. Come complemento necessario (...) l'essenziale della tecnica antropometrica, metodo di osservazioni etniche e alcune manipolazioni fotografiche e di stampaggio, sia sui monumenti viventi che su monumenti antichi”[*].
Gli studenti dovevano iniziarsi all'Archeologia in preparazione del corso di Etnologia e Storia, sperimentando l'indagine su: :

  1. I manoscritti indigeni pre-ispanici e post-ispanici. Fondazione di scrittura geroglifica - Esposizione dettagliata - I dipinti in generale - La classificazione - Codici rituali - Codici storici [...]
  2. Le cronache dei primi scrittori e storici del tempo della conquista spagnola - Le lettere di Cortés [...]
  3. Monumenti [...]
  4. Ceramica [...]. 
  5. Inoltre; le tribù in generale, formazione di una bibliografia archeologica generale.


Monumenti, cronache, codici e ceramiche venivano posti come fonti su un piano di parità come valore di conoscenza. Il Regolamento fu approvato dal Segretario di Istruzione Pubblica e Belle Arti, il 12 luglio 1907. Infine era fatto obbligo agli studenti di frequentare contemporaneamente un corso di lingua messicana, poiché “non saranno in grado di studiare correttamente le nostre razze indigene, senza conoscere l'unico mezzo di comunicazione intellettuale con loro, che è la loro lingua”[*].
Manuel Gamio, il primo antropologo messicano che si era formato negli Stati Uniti, progettò quello che sembrava il modo meno doloroso per risolvere il problema indigeno: l'integrazione.
Questo progetto fu interrotto dalla guerra rivoluzionaria e ripreso negli anni '20, un periodo di relativa calma politica, quando José Vasconcelos, segretario della pubblica istruzione, e l'antropologo Alfonso Caso, ripresero il progetto di Gamio per riformarlo sotto forma di una vasta campagna educativa volta alla “castiglianizzazione” e alla “messicizzazione” degli indigeni.
Callegari incontra nel suo viaggio messicano anche gli archeologi Ramón Mena e Alfonso Caso che stavano dirigendo e approfondendo gli scavi sulle rovine di Monte Albán.


[*] AGN/IPBA: Archivo General de la Nación, Ramo Instrucción Pública y Bellas Artes, México. (c. 170, e. 25, f. 3,5.6 - libera traduzione)

martedì 17 novembre 2020

Alberto Pani

Un altro estratto dal nostro nuovo libro 
 
Alberto J. Pani Arteaga, nato ad Aguascalientes il 12 giugno 1878, deceduto a Città del Messico il 25 agosto 1955, era un politico ed economista messicano, noto soprattutto perché, nell'era post-rivoluzionaria, ricoprì le funzioni di segretario di Industria, commercio e finanza.

Pani, dopo gli studi in economia, si unì nel 1911 ai sostenitori di Francisco I. Madero e fu nominato sottosegretario all'istruzione pubblica. Quando Madero, per contrastare le rivolte zapatiste, incaricò il generale Huerta che poi, con la complicità degli Stati Uniti, lo depose, Pani si oppose alla dittatura huertista.
Nel 1917 Venustiano Carranza salì al potere dopo il cosiddetto "Plan de Guadalupe", rovesciando Huerta. Carranza nominò Pani capo del Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro, e in seguito lo inviò all'ambasciata del Messico in Francia.
Mentre Pani era in Europa, avvenne la rivelazione di Agua Prieta, così rimase in Europa, fino al 1923, quando il presidente Alvaro Obregón lo nominò Segretario del Tesoro, posizione in cui fu confermato da Plutarco Elías Calles.

Martha Strauss Neuman, ne "El reconocimiento de Alvaro Obregón: Opinión americana y propaganda mexicana (1921-1923)" un testo contenuto in "Seminarios de UNAM", scrive:

"Per quanto riguarda il pagamento dei reclami per i danni causati durante la Rivoluzione, alla fine del 1921 il cancelliere messicano, Alberto J. Pani, introdusse un suggerimento, che alla fine nel 1923 sarebbe stato adottato come l'unica soluzione possibile. Questa iniziativa fu la creazione di due convenzioni sui sinistri, una generale, che copriva il periodo dal 1868 al 1910 e che avrebbe funzionato bilateralmente, e l'altra, una speciale, che si sarebbe occupata delle richieste di risarcimento danni avvenute tra il 1910-1920; di natura unilaterale, poiché sarebbe servita solo nei confronti degli americani.
Lo stesso gruppo capitalista fu diviso, perché mentre petroliere, minatori e banchieri dichiararono guerra al generale di Sonora (Obregón, n.d.t), i commercianti e poi nel 1921 gli industriali, peraltro in forma incipiente, appoggiarono il riconoscimento ufficiale del presidente messicano.
"

Nel 1925 e in collaborazione con il Sottosegretario Manuel Gómez Morín realizzò la fondazione del Banco de México.
Successivamente, creò altre istituzioni come il Banco de Crédito Agrícola e il Banco Nacional Hipotecario Urbano y de Obras Públicas, oggi BANOBRAS.
Per i suoi contributi Alberto J. Pani è considerato l'autore del moderno sistema finanziario ancora oggi in uso in Messico.

Una controversia che lo vide protagonista risale al 1937: fu stampata una banconota con un ritratto di una donna misteriosa, poi identificata con una ballerina per la quale aveva un'infatuazione. Per dettagli consultare questa pagina:

 I 5 Pesos della polemica

venerdì 9 ottobre 2020

Puebla e Oaxaca

Puebla, Casa del Affinique
(dal Fondo Callegari BCVR)

In Aprile lo studioso giunge nella città di Puebla: “rivaleggia con Guadalajara come seconda città, 100.000 abitanti, assolutamente moderna, ricca di superbi palazzi, bei monumenti e bellissime chiese i cui campanili, con il tetto in mattonelle verniciate a vari colori, sono di bellissimo effetto. la cattedrale, decorata in onice e marmo rosa e mosaici è più bella di quella del Messico; le ricchezze profuse negli altari, nelle balaustre e cancellate d’argento (...) visitai il Colegio del Estado, ove mi fu guida un collega, il prof. Tenorio (...) il 19 Aprile visitai Cholùla a pochi chilometri sulle rovine dell’antica città azteka e che vanta, oltre della Chiesa di S. Francesco, la celebre Capilla Real in stile moresco, 49 cupolette sono sorrette da una foresta di 64 colonne. Vanto della città sono i resti della prodigiosa piramide, il più grande monumento del genere, l’altezza raggiunge meno della metà della piramide di Kheops, i lati irregolari misurano circa 440 ciascuno, la superficie in 19 ettari, costruita in grossi mattoni alternati con strati di pietrisco e terra. E’ orientata per l’epoca e suddivisa in quattro piani, sedici scalinate, quattro per faccia, non ne esiste che una di 120 gradini (...) d’origine ignota, attribuita agli Ulmeki o ai Maya godette nelle leggende la parte stessa della torre di Babele; secondo dotte ricostruzioni, doveva avere un aspetto imponente, pari alle ciclopiche costruzioni degli Egiziani, degli Assiri, dei Babilonesi. Disgraziatamente, oggi essa è in abbandono, tagliatane una fetta da una linea ferroviaria, sgretolata in molti luoghi, quasi scarnificata e ricoperta quasi totalmente da fitta vegetazione, sembra una collina naturale danneggiata da gallerie scavate per ricercare un fantastico tesoro; negli scavi del 1798 venne alla luce una cella cubica contenente scheletri umani, idoli di basalte e vasellame dipinto (...) sulla piattaforma è stata costruita una graziosa chiesa cattolica dedicata a Nuestra Señora de los Remedios (...) Cholùlan, che all’epoca della conquista contava 20000 case, 400 templi e 150.000 abitanti, era la Mecca dell’Anàhuac, vi accorrevano milioni di pellegrini a venerare il grande dio e demiurgo Quetzalcòatl. Il panorama che vi si gode è meraviglioso, non lontano Puebla coi suoi tetti, più lungi la Malinche, dalla parte opposta i grandi vulcani nevosi, in giorni serenissimi si può perfino scorgere lo stesso Orizaba!” [26].

Oaxaca, Santo Domingo
(dal Fondo Callegari BCVR)

Da lì parte il viaggio avventuroso per Oaxaca:”a 367 Km. da Puebla scendendo da 2200 a 1000 m. la vegetazione si modifica, la tierra caliente fa sentire i suoi effetti; appaiono i cerri, gli ochinocacti, le maxillarie, le pereskias, i giganteschi organos, le mezquites, la tempetaura si va elevando dopo Tehuacàn, rinomato luogo di cura d’acque. Il paesaggio si fa arido, il cañon de los Cues sembra un forno ardente, giù in fondo rumoreggia un torrente selvaggio, fra due muraglie di porfido rosa; a Cuicatlàn s’allarga la valle, appaiono piantagioni di caffé, zucchero, chile; a Tomellin si ritorna nel cañon; a sera ero ad Oaxaca. L’antica Uaxyacàc conta 40.000 abitanti, fu patria di Benito Juàrez e Porfirio Dìaz (...) tale territorio è il più ricco di leggende e di avvenimenti storici, le avventure della bella principessa Donajì, di re Cocyoëza e della lotta sostenuta contro la prepotenza d’Ahuizotl, re del Messico, dell’avventuroso Dzavindanda, del bello e arrogante Cosijoopii, re di Tehuantepéc, e della meravigliosa Coyolicatzin detta Pelaxilla, fiocco di cotone, storie per cui i poeti esercitarono la loro accesa fantasia, il cristianesimo vi celebra la miracolosa immagine de la Virgen de la Soledad (1543) la cui corona contiene 600 brillanti (...) m’interessò più di ogni altra città, i suoi edifici tra cui il Palacio de los Poderes, la Catedral e il tempio di Santo Domingo, superiore per bellezza, e il santuario de la Soledad, i suoi abitanti, bei tipi di zapoteki e mixteki che potei osservare a mio agio, durante il mercato (...) guida cortese, il signor Mayor Guerrero (...) potei deplorare lo stato d’abbandono in cui è lasciato il suddetto tempio di S. Domingo, il più sontuoso di tutta l’America, una parte è trasformato in caserma! (...) visitai la collezione di vasi antichi del Kennedy, stupito che tali tesori non fossero convenientemente costoditi in un museo... dovevo portare il saluto della Madrepatria ad un italiano, forse il solo che vi sia in quella città, il Dr. Conzatti, medico e botanico valentissimo (...) da oltre 40 anni vive laggiù, sempre affezionato all’Italia, dove vorrebbe venire a morire! L’ing. Manuel Concha, impiegato della Secretaria de Agricoltura: avevo un biglietto di presentazione del prof. Gamio, egli si mise a disposizione (...) con la sua Ford andammo il giorno dopo a Tule, ove ammirai l’albero (un cipresso) più grande del mondo, una circonferenza ad un metro dal suolo di circa 52 m (...) fa restare a bocca aperta” [27].
Di tutto ciò resta una documentazione iconografica nel fondo inedito della Biblioteca Civica che mostra anche un attenzione particolare di Callegari agli aspetti etnografici, come ai vestiti tradizionali dei popoli dell’altopiano di Puebla, alle figure caratteristiche della vita sociale dei villaggi rurali.

1 - CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., pp. 281-283; BCVR, FIC, Cartella 2 (1923), 3, C4 (“mi tierra, mi dormida, mi esperienza soñada” F. Ramirez Condiani);

lunedì 21 settembre 2020

Annuncio: è arrivato il nuovo libro!

È disponibile su Lulu:

"Il viaggio messicano di Guido Valeriano Callegari, americanista veronese"

Fate click sul banner "Il progetto Callegari" in alto a destra per acquistarlo.

Quasi novanta pagine di informazioni, citazioni, fotografie, per descrivere "l'escursione" effettuata da Callegari in Messico nel 1923, e per approfondire tutto quello di sorprendente, misterioso e interessante che lo studioso ha pazientemente descritto.

Tutto a meno di dieci Euro!

sabato 19 settembre 2020

José Vasconcelos

José Vasconcelos Calderón (Oaxaca, 1882 - Città di Messico, 1959) è stato un personaggio dalle molteplici attività.
Diplomato in diritto alla Scuola Nazionale di Giurisprudenza, si schierò con Madero durante l’inizio della rivoluzione messicana contro Porfirio Diaz. In quel periodo era presidente dell’Ateneo de la Juventud; in questa istituzione, fondata nel 1909, lui ed altri (come Antonio Caso, Alfonso Reyes e Pedro Henriquez Ureña) iniziarono una critica all’impostazione etnica dell’America Latina così come voluta dai colonizzatori, introducendo per la prima volta il concetto di “razza messicana” come derivante dall’unione di etnie diverse. “No somos simplemente una America inconclusa, una América segunda de nuestra vecina del Norte.(...) la nuestra es patria y obra de mestizos de dos o tres razas, por la sangre y de todas las culturas por el espìritu”.
Con la presa del potere di Huerta, Vasconcelos si schierò contro di lui e, visto che Madero lo aveva nominato console a Washington, si adoperò, specialmente con Francia e Gran Bretagna, per evitare finanziamenti al nuovo governo, Con l’arrivo di Carranza, Vasconcelos tornò in Messico,
Salito al potere Obregòn, questi lo nominò rettore dell’Università del Messico (1920); Vasconcelos, nel frattempo, lavorò al il suo saggio La raza còsmica (che sarebbe uscito nel 1925), dove ribadiva ed espandeva i concetti citati in precedenza.
Dopo il 1922 entrò in politica come ministro della pubblica istruzione. A lui si deve il piano di alfabetizzazione, elaborato nei primi anni venti, che puntava sulla scolarizzazione alla portata di tutti, specialmente tra le popolazioni degli indios, e su una cultura prevalentemente laica, allo scopo di fondere la cultura precolombiana con quella portata dagli europei, cosa naturalmente difficile se si fossero incluse anche le diverse religioni. Il trionfo di questa fusione culturale, nella intenzione di Vasconcelos, fu la creazione delle Segreteria della Pubblica Educazione, un’area culturale comprendente in particolare dipinti realizzati da artisti di fame anche internazionale, quali Diego Rivera.
In seguito fu membro della Academia Mexicana de la Lengua e del Colegio Nacional.
Ebbe anche una carriera di scrittore di opere teatrali quali Prometeo vencedor (1916), La mancornadora (1946) e Los robachicos (1946); ed altra narrativa come La sonata mágica (1933), La cita (1945), El viento de Bagdad (1945).

“En estos instantes solemnes en que la nación mexicana, en medio de su pobreza de- dica un palacio a las labores de la educación del pueblo, hagamos votos por la prosperi- dad de un Ministerio que ya está sagrado por el esfuerzo creador y que tiene el deber de convertirse en fuente que mana, en polo que irradia. Y finalmente que la luz de estos cla- ros muros sea como la aurora de un México nuevo, de un México espléndido.”
Tratto dal discorso di inaugurazione della Segreteria della Pubblica Istruzione, 1922

Biografia: BERTACCINI T., Le Americhe Latine nel Ventesimo secolo, Feltrinelli 2014.

lunedì 7 settembre 2020

Hugo Brehme


Un estratto dal nuovo saggio su Callegari di uscita imminente

Una parte rilevante delle fotografie che oggi sono raccolte nel Fondo Callegari della Civica di Verona, sono in realtà cartoline, frutto del lavoro del fotografo Hugo Brehme, nato nel 1882 ad Eichenstadt in Germania, e che a 22 anni intraprese un viaggio professionale in Messico, senza certamente immaginare che si sarebbe fermato lì per il resto della sua vita (morì nel 1954 nella capitale).
Brehme, precisamente, era uno dei tanti fotografi arrivati oltre l’Atlantico per completare una piccola raccolta; invece, dopo sette anni, aprì il suo primo studio a Città del Messico (San Juan de Letran, 3) e lì si stabilì con Auguste Karoline Hartmann, sua sposa: nel 1914 nacque suo figlio Armando, detto Arno, che avrebbe calcato le sue orme. Nel 1920 fondò uno studio più grande (in Avenida Cinco de Mayo, 27; poi in Avenida Madero, 1) chiamato “Fotografia Artistica Hugo Brehme”. Da lì decollò la sua attività, culminata nel 1927 con l’uscita del suo libro di fotografie “Mexico Pintoresco”.
Sebbene si considerasse un artista, Brehme mostrò subito uno spiccato senso degli affari. Fu aiutato in questo dal fatto di risiedere in Messico “al sicuro” mentre l’Europa veniva distrutta dalla prima guerra mondiale. A conflitto terminato, in pochissimi potevano competere con lui e con il suo sterminato archivio fotografico, realizzato in anni di lavoro e peregrinazioni negli angoli più nascosti del paese. Non v’era praticamente editore che non si rivolgesse a lui volendo realizzare una guida turistica. Ma il frutto del suo lavoro che più lo appassionava erano sempre le cartoline illustrate, stampate e diffuse in ogni angolo del paese e anche negli Stati Uniti e in Europa.
Le sue fotografie, in bianco e nero o seppia, furono alla fine catalogate in un larghissimo archivio. Conclusa anche la seconda guerra mondiale, Brehme si ritrovò troppo vecchio e logoro per “reinventarsi”, dovendo adeguarsi alla fotografia a colori che giù prendeva piede, e così passò tutto al figlio Arno. Sebbene quest’ultimo si dedicò principalmente a progetti commerciali, non disdegnò di creare altre cartoline, naturalmente a colori. Nel 1992 i discendenti di Hugo e Arno diedero alle stampe “Pueblos y Paisajes de Mexico” raccolta che includeva quasi tutto “Mexico Pintoresco” e molte foto più recenti.
 

Le informazioni sono tratte in larga parte dal sito edomexico.gob.mx (oggi non più disponibile)

mercoledì 26 agosto 2020

Il blog riapre!

Dopo più di tre anni, e diversi impegni di lavoro, riprendiamo l'attività.

Pubblicheremo a breve un saggio su Callegari e, nei prossimi giorni, proporremo alcuni post nuovi.

Il blog è, come prima, destinato alla figura dell'intellettuale veronese Guido Valeriano Callegari, e segnatamente ai suoi viaggi messicani.