giovedì 28 novembre 2013

Callegari e la fucilazione di Massimiliano d'Asburgo

 La prima escursione al di fuori della capitale avviene a metà del mese di Marzo: Callegari ha modo di vedere l'antica Tlacopan e l'Escuela de Agricoltura a santa Julia, in particolare si ferma al Collegio Salesiano dove è ospitato il sacerdote veronese Marconcini nello "spirito del mirabile apostolo Don Bosco", di abnegazione e laboriosità al servizio dell'educazione di giovani, ma soprattutto: "visitai per la prima volta Cuernavaca, l'antica Cuauhnahuàc, la sede dell'aquila… soggiorno di Cortés e dell'infelice Massimiliano", e dell'imperatore asburgico del Messico si dilunga a ricordare "il suo magnifico giardino Borda, oggi trascurato sotto la mole dell'Ajusco nevoso… la preferita dimora di Carlotta, che accolse all'epoca coloniale monaci e missionari e vi fu prigioniero l'abate Morelos, il martire dell'indipendenza.".
Callegari qui cita un vate locale. "Beato - dice un poeta messicano - colui che ha potuto vedere questo nido di felicità, estasiarsi ai profumi soavi dei suoi fiori, contemplare questo luogo fatato cielo di ammirabile purezza… calata la sera, obliando cure e pene, sognare l'avvenire, sotto il firmamento risplendente d'astri…".
La visita prosegue con annotazioni turistiche, archeologiche e naturalistiche: "oltre il palazzo di Cortés son degni di visita il museo archeologico del vescovo Plancarte saccheggiato all'epoca dell'ultima rivoluzione… in abbandono, e la piramide di Tepanzolco, di recente scoperta. La famosa grotta di Cacahuamilpa, conosciuta solo da meno di un secolo, a una trentina di Km. nello stato di Guerrero, non è inferiore a Postumia per vastità e bellezza" [1].
Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe imperatore d'Austria e neo-governatore del Lombardo-Veneto subentrato al novantenne feldmaresciallo Radetsky, riceve nella dorata residenza del castello di Miramare a Trieste (dove la sconfitta asutriaca del 1859 contro i franco-piemontesi l'ha relegato) la delegazione messicana guidata dal notabile conservatore Josè Maria Gutièrrez de Estrada, che gli chiede di accettare la proposta di Imperatore del Messico, su pressione di Napoleone III di Francia. Assieme alla moglie Carlotta salpa sulla fregata Novara della Marina austriaca per Vera Cruz nel 1864, ricevendo promesse di aiuti finanziari e militari dalla Francia, dal papa Pio IX (come pure la benedizione) e dal duca di Toscana Leopoldo I. Le promesse non vengono mantenute e l'imposizione straniera di una dinastia (un arciduca austriaco e una consorte belga) solleva le resistenze "repubblicane" del popolo messicano che insorge. Carlotta torna in Europa nel 1866 per perorare la causa dell'amato consorte, il quale inizia a dar segni di pazzia. Abbandonato ad un destino superiore al torbido gioco diplomatico autoritario d'alto livello tra le potenze europee (agli epigoni ormai del post-bonapartismo), Massimiliano è sequestrato dai ribelli a Queretaro e fucilato il 18 Giugno 1867 alle 6,40 del mattino: Manet impressionato dalla vicenda rappresenta la fucilazione vestendo i soldati della divisa francese… 

"L'esecuzione dell imperatore Massimiliano", Manet
Il Messico che ha conquistato definitivamente l'indipendenza dalla Spagna attraverso la presidenza del creolo Iturbide, fervente cattolico e proprietario terriero, che ha proposto la corona imperiale ad inizio del XIX secolo al legittimista e conservatore arciduca d'Austria Carlo Luigi d'Asburgo, ha abolito la discriminazione contro gli indios e limitato radicalmente l'onnipotenza dell'Inquisizione religiosa, ma non ha accolto le richieste liberali di tolleranza religiosa. Gli ufficiali giurano fedeltà allo Stato e alla Chiesa. Nel 1822 i liberali hanno convinto il generale Antonio Lopez de Santa Anna a costituire la Repubblica costituzionale su modello nordamericano, Iturbide fugge a Londra ma ritorna per organizzare la controrivoluzione, santa Anna nel nome della sicurezza nazionale si sbarazza dei ministri liberali e si proclama dittatore. E' uno stato latente di guerra civile per cui si succedono in 40 anni 73 capi di Stato, in un intricato gioco di rivalità personali! Gli Stati Uniti ne approfittano per impradonirsi della California, del Texas e del New Mexico; le adombrate riforme liberali per l'anarchia politica non riescono a rimuovere i privilegi intoccabili della classi dirigenti e del clero fondati sulla sottomissione degli indios, come l'uso del peonaggio (il proprietario terriero anticipa all'assunzione denaro all'indios che s'impegna a restituirlo col lavoro, ma di fatto è un vincolo eterno e non sdebitabile su cui si regge l'azienda agricola come rapporto forzato). Nel 1860 emerge Benito Juarez a leader liberale… In questo paese effervescente e vulcanico arriva Massimiliano, occhi azzurri e sognatori, portamento elegante, cattolico praticante, sostenitore della monarchia assoluta ma anche sinceramente rivolto ad ottenere una sovranità di avvallo "popolare" (simpatizzò timidamente per la causa liberale dell'autonomia amministrativa da Vienna del Lombardo-Veneto), nel rispetto delle posizioni "in cui Dio ha voluto mantenere gli uomini" (che si traduce in un aristocratico rispetto verso qualsiasi suddito), amante delle ricchezze e sinceramente innamorato di Carlotta.  Gutiérrez, che si era recato fino a Miramare per formulare l'offerta del trono, rappresentava il vero campione del conservatorismo messicano: ricco proprietario terriero, cattolico, era fermamente convinto che solo una monarchia poteva portare ordine nel paese, difendere la Chiesa, mantenere le indiscutibili divisioni di classe, volute da Dio stesso che aveva dato agli indios, selvaggi e sanguinari, la possibilità di conoscere la vera fede e la civiltà. I devoti messicani (quelli, beninteso, delle classi dirigenti) erano i naturali eredi della missione divina in origine affidata alla Spagna. 
Esecuzione di Massimiliano in una stampa dell'epoca
Nel 1855 però il ministro della Giustizia del governo liberale del generale Comonfort (l'avvocato Juarez, di nascita indios) ha deliberato l'abolizione di gran parte dei poteri dei tribunali ecclesiastici, ha introdotto il matrimonio civile, il divorzio e, in collaborazione col ministro delle finanze, ha nazionalizzato le immense proprietà terriere della Chiesa (vendute ai privati), chiuso gran parte dei monasteri e stabilito una diaria per i preti, a spese dello Stato. La Chiesa rifiuta di assolvere dai peccati quanti hanno giurato su questa Carta Costituzionale. Gutierrez vede in Massimiliano il Re cattolico ricco di armati che possa far cessare l'anarchia ideologica dello Stato e della società (Comomfort viene sostituito dal colpo di Stato del generale Zuloaga, Juarez viene prima incarcerato poi liberato ed eletto Primo Giudice della Corte Suprema, una parte di esercito si schiera con l'uno una parte con l'altro, le truppe liberali del generale Ortega entrano in Città del Messico nel Natale 1860 ed espellono in Nunzio apostolico e il Rappresentante spagnolo, Juarez sospende il pagamento delle obbligazioni che lo Stato messicano ha contratto con i governi stranieri inglese, francese e spagnolo…). 
Massimiliano giunge a Vera Cruz occupata dalle truppe inglesi e francesi, nel disinteresse degli Stati Uniti impegnati nella loro Guerra Civile. Quello che Gutierrez e Massimiliano non immaginano è il sogno segreto dell'ambizioso Napoleone III: dare al popolo francese una pagina di gloria imperiale con il tutorato francese della giovane repubblica in segno clericale; l'arciduca Asburgo appare fin dda subito una semplice "pedina" d'un gioco diplomatico alto e complesso… Il rappresentante francese, Pierre Alphonse Dubois de Saligny, da  l'ultimatum al governo messicano, richiedendo il pagamento di 12 milioni di dollari a titolo forfetario, a copertura del debito complessivo verso i cittadini francesi e si riserva  il diritto di pretendere ulteriori somme per i danni subiti… al Messico venivano poste condizioni assolutamente inaccettabili; i governi spagnolo e britannico, rendendosi conto delle mire francesi, preferiscono ritirare le proprie truppe, già falcidiate dalla febbre gialla endemica. Napoleone III da ordine alle truppe di marciare all'interno e occupare la capitale, ma i francesi si rendono conto che l'avventura messicana si preannuncia molto più dura del previsto: il governo di Juarez decreta la pena di morte per i collaborazionisti. La Giunta di Governo, costituita da Saligny, con la partecipazione dei maggiorenti conservatori, dichiara decaduto il governo di Juarez e proclama l'impero del Messico di Massimiliano. Francesco Giuseppe ha acconsentito alla partenza di Massimiliano, ma non gli ha promesso appoggio per non inimicarsi per ingerenze gli Stati Uniti, il Papa formula generici "voti augurali": Massimiliano può contare solo su 8.000 soldati francesi cui provvederà al mantenimento, come dovrà immediatamente risarcire una volta al potere i governi europei creditori… Illuso dal 70% di consensi di un plebiscito condotto sotto il controllo delle truppe francesi da Cuernavaca, 
Cadavere imbalsamato di Massimiliano
Massimiliano è privo di buon senso e non ha alcuna conoscenza delle reali condizioni del paese. A lungo la sua preoccupazione si concentra sulla definizione protocollare del cerimoniale di corte da buon principe asburgico romantico e tollerante. Ma fuori dal controllo dei francesi il Messico è nel caos, le accoglienze trionfali si limitano al popolo controllato dai clericali conservatori, che subito gli chiedono la restituzione dei beni sequestrati alla Chiesa. Nasce una leggenda indios per cui l'imperatore alto e biondo è una "divinità" leggendaria, ma la gran massa di campesinos è delusa dei governanti indigeni e Juarez gode di un saldo appoggio degli Stati Uniti. Il Colonnello Dupin conduce una spietata controguerriglia che gli inimica completamente la popolazione della Sierra; Napoleone è alle prese con una popolarità declinante in patria e vuole ritirare le truppe dalla costosa avventura messicana, Carlotta preoccupata da queste voce si reca a Parigi per mediare attraverso l'Imperatrice francese Eugenia… Giungerà prima nella corte paterna in Belgio dove le verrà diagnosticata l'alienazione mentale… Napoleone chiede l'abdicazione al trono messicano, Massimiliano non ha rispettato l'obbligo del mantenimento finanziario delle truppe francesi; ritira quindi i suoi soldati nel 1867. Gli Stati Uniti non riconoscono l'Impero, a Massimiliano restano poche migliaia di fedeli. Un tribunale militare lo condanna a morte il 19 Giugno: i paesi europei e la Chiesa mostrano un'indignazione di prammatica, ma nessuno s'è mosso in favore di Massimiliano. 
Callegari affronterà successivamente al viaggio in alcuni testi divulgativi la tragica avventura del romantico imperatore (cui già un fortuito ritrovamento di epistolario nel Museo Bottacin di Padova nel 1907 l'aveva avvicinato) e si sofferma sulla visita a Queretaro, il luogo della fucilazione, già a lungo divenuto tra XIX e XX secolo un paradigma "romantico" della crudeltà della lotta politica e dell'ingiustizia in molti intellettuali americani ed europei: "gli ultimi giorni di Marzo mi recai a Querétaro… mi attraeva il ricordo del dramma consumatosi nel giugno del 1867… fondata nel 1440 dagli Othomi con il nome di Taxco, luogo di danza, oggi conta 40.000 ab… stupito al lusso fantastico dell'interno delle sue chiese: il Convento di S. Clara, di S. Agostino, di Santa Rosa di Viterbo, di S. Domingo, di S. Antonio, di Santa Cruz, sovraccarichi di sculture roccocò e barocco, espressione dello stile churrigueresco. Vi conobbi il signor Eraclio Cabrera, innamorato dell'Italia, appassionato cultore di studi d'arte e illustratore della sua città, su cui versarono tesori i grandi artisti Tresguerras, Bartolico, Gudiño, Casas… Il piccolo museo storico conserva molti interessantissimi ricordi della guerra del 1847 contro gli Stati Uniti e dell'epoca dell'assedio del 1867, il calamaio e il tavolo su cui venne firmato l'atto di morte di Massimiliano, il feretro con le tracce del suo sangue, che servì a portarne il cadavere dal Cerro de la Campanas al Convento de Capuchinas, il triste pellegrinaggio alla modesta e fredda cappella votiva sul luogo della fucilazione… di lui parlano tutti i luoghi e qualche vecchio ancora se ne ricorda con devoto rispetto, Ignazio Muñoz Flores mi donò una serie di fotografie inedite" [2]. Le foto che sono presenti nel fondo inedito della Biblioteca Civica di Verona. 

[1] CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., pp. 277-279; siti consigliati: www.cronologia.leonardo.it/storia/biografie/maximili.htm
www.uow.edu.au/~morgan/maxa.html
il vescovo Francisco Plancarte y Navarrete, studiando presso il Collegio Pio Latino Americano di Roma, s’interessò d’archeologia alla fine del XIX secolo, e resse al ritorno in patria le diocesi di Tucubaya, Michoachàn, Ceurnavaca e Campeche, continuando ad interessarsi di archeologia fino alla morte nel 1919; BCVR, FIC, Cartella 2, campesinos dispersi nella spianata, in attesa lungo la ferrovia, Ferrocarril, Cuernavaca ; Cartella C4, Altopiano meridionale, 12 post card su Cuernavaca: Quinta de Maximiliano,Casa de Maximiliano; Cascate di San Antonio o Carcuba, panorama 1923, nel retro Callegari scrive alla moglie che si recherà ad esplorare una caverna sconosciuta accanto al Rio Blanco (forse Cocahuamilpa?) e che “il Messico è un sogno”; statua, castello in stile gotico ed entrata di giardino pubblico non identificata; Lojarto de San Anton, serpente scolpito nella roccia, Cuernavaca; Piramide di Teopanzolco; Salto San Anton; 6 post card, 6 fotografie e una riproduzione iconografica sulla grotas de Cocachuamilpa, 1923: veduta generale, stalattiti particolari e dettagli in fotografie, El trono de la Reina; piazzole ipogee; caverne sotterranee, un lavorante con carriola; riproduzione iconografica del sistema geologico del Rio Anacuadas per linee orogenetiche di livello disegnate sulla carta geologica geografica della zona, compreso il fiume nel suo percorso carsico che origina le grotte.
[2] CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., pp. 280-281; sulla tragedia di Queretaro: ALVAREZ DE LA TORRE  M.M., Queretaro o una lagrima en recuerdo del funesto dia 19de junio de 1867, Sevilla 1868; ARIAS DE DIOS J., Reseña histórica de la formación y operaciones del cuerpo de Ejército del Norte durante la intervención francesa, sitio de Querétaro: y noticias oficiales sobre la captura de Maximiliano, su proceso íntegro y su muerte, México 1867; CALDERON IGLESIAS F., La traicion de Maximiliano y la capilla propiciatoria, México 1902; CALLEGARI G. V., Die Maximilianische Sammlung im Museum Bottacin (Museo Civico di Padova). Zum 40 Jahrestag der Ermordung Inrer Majestat des Kaisers Ferdinand Maximilian von Mexico, Padova 1907; CHIAJA G., Queretaro. Canto, Napoli 1888; DOMENECH E., Histoire du Mexique. Juarez et Maximilien. Correspondances inedites des presidents, ministres et generaux Altamonte, Santa-anna, Guitierrez, Miramon, Marquez, Mejia, Paris 1868; HASELBERGER A., Maximilian I. Kaiser von Mexiko. Drama in 5 Akten, Insbruck 1909; Eraclio Cabrera, archeologo del Nord dello stato di Queretaro, ne elaborò il Progetto archeologico, e fu politico di area cattolica dal 1910, collaboratore all’educazione indigena attraverso i dipartimenti statali di ricerca antropologica ed etnografica; BCVR, FIC, Cartella 1, fotografia de la Cruz myragliosa, Queretaro; 11 post card, 4 stampe e 17 fotografie  di Queretaro: l’entrata d’una prison ; Monumento all’eroina dell’Indipendencia Josefa Ortiz de Dominguez; Museo di Massimiliano; una chiesetta (nel retro scrive a Callegari datando 1925 Adriano Marconcini con affetto “in questo suolo inzuppato di storia Asburgo”); la cassa da morto, Casa de Maximiliano; la Cappilla de Maximiliano; stampe del Cadaver embalsamado de Fernando Maximiliano de Hapsburgo, del Fereto de Ferdinando Maximiliano je Hapsburgo en la beveda imperial de Viena, de el Carro de las Campanos dios despues de la ejecucion de Fernando Maximiliano de Hapsburgo y sus general Migule Miramon..., de la Ejecucion de Fernando Maximiliano de Hapsburgo y sus generales...; Claustro (chiostro) de la Congregation; Convento diSan Francesco e Convento de Capucinas ; pulpito barocco di Santa Clara, del Patio d’una casa ; Cupula de san Augustin, muretto a secco con croci sulla campagna; Santa Teresa, Mexico D. F., santa Rosa, Prejon de Santa Clara; portico della casa di Las Viscania.

martedì 19 novembre 2013

Tula e il Pulque



È il momento di tornare verso la capitale, dopo la lunga e articolata esplorazione archeologica e senza tralasciare interessanti divagazioni sul tema: "alla fine di Aprile volli visitare, assieme ad una coraggiosa viaggiatrice, la signorina norvegiana, Inga Chumsland, le rovine della grande quanto celebre città di Tollan che secondo alcuno si dovrebbe porre nelle vicinanze della moderna cittadina di Tula nello stato di Hidalgo è la capitale dei famosi Tolteki, potenti nell'XI secolo, e che in causa di inondazioni, siccità, geli, carestie, guerre e peste, decimati, avrebbero abbandonata la loro capitale e dispersisi (…) a Culhuacàn un loro ramo avrebbe fondata la stirpe dei re di Tezcoco (ved. Clavijero). La triste storia di Tollan ricorda le vicende di Troia (…) le rovine di Tula sono poca cosa per quanto interessanti; ho esplorato i tre cerros, del Tesoro, della Campana encantada e de la Malinche, ove potei fotografare alcune iscrizioni e figure su roccia d'epoca antichissima, assai guaste ma sufficentemente rilevabili (…) in Tula fiorì la graziosa leggenda della scoperta dell'aguamiel estratta dall'agave per opera della bellissima Xochitl, figlia di Papantzin" [1]. 
Epigrafe Nezahualcoyotl (vedi bibliografia)
A Culhuacan, potente città del Messico, nel 1299 gli Aztechi si sono insediati nei barrens vuoti su permesso di Cocoxtli e ben presto confliggono con la città di Tenayuca tolteca, finendo poi per assimilare quella cultura; la città nel XIII secolo diventa il centro di controllo della valle dell'Anahuac verso l'area del lago di Texcoco. Da qui parte espulso l'azteco nel 1323 che vuotando l'area lacustre fonda nel 1325 Tenochititlan, l'antica Città del Messico. È il re esiliato di Texcoco Netzahualcoyotl che definisce poi all'inizio del XV secolo l'alleanza ferma e risolutiva del dominio azteco tra Tenochititlan, Texcoco e Tlacopan, un dominio federale che si estende fino al Golfo del Messico. È allora che viene riscritta la storia azteca nel senso di una consapevolezza di civiltà comune (sotto gli auspici della vecchia teologia nahuatl Tlaloc, Tezcatlipoca e Quetzalcoatl), si istituisce la guerra rituale (sistema d'esercizio d'addestramento per i guerrieri e di fornitura di prigionieri da sacrificare durante i tempi di pace) e la costanza dei sacrifici umani (per conservare l'energia dell'universo e la forza del Sole al termine dei cicli astrali di 52 anni). L'alleanza regge e si consolida fino alla morte di Netzahualcoyotl ed emerge allora in un'atmosfera di complotti aristocratici la figura di Montezuma, agli albori dell'arrivo degli Spagnoli.


Cerros Tula, mescita di pulque
Nello stato di Tlaxcala si estende il cerro Malinche, oggi Parco Nazionale (dal 1938), una grande area di vegetazione boscosa forestale di grande bellezza naturale al centro dell'altopiano messicano che Callegari attraversa nel ricordo dei contatti con Conzatti e della sua "seconda patria", Coredo in Trentino in cui ha stabilito un buen retiro dal lavoro e dagli impegni e di cui scrive sugli aspetti naturalistici e culturali in alcuni articoli di divulgazione. Malinche è sull'altezza di circa 4.000 metri sul livello del mare ed è la quinta cima in altezza del Paese, sempre geologicamente risultato di intensa attività vulcanica; profondi "barrancas" si irradiano dalla cima, una cresta dentata di vari picchi. È nella zona idrografica del Rio Atoyac, di cui qualche ricordo iconografico resta nel Fondo inedito della Biblioteca Civica. Nella leggenda popolare è qui che le anime dei fanciulli sacrificati a Tlaloc trovano il loro limbo. È qui che Cortes cercò il legno con cui realizzare le imbarcazioni leggere con cui solcare il lago Texcoco e raggiungere Tonochititlan. L'interesse naturalistico ed etnografico di Callegari viene sollecitato, passando da queste zone, dalla leggenda del "pulque", il liquore ricavato dalla fertilizzazione del liquido secerno nel cuore d'agave prima che salga al fiore (Agave salmiana, o maguey pulquero): usato in epoca amerinda dai sacerdoti come bevanda cerimoniale (ixtac octli in nahuatl, corrotto in spagnolo in octli poliuhqui, da qui pulque), è proprio negli anni '20 che il governo messicano ne vieta rigidamente l'abuso come sostanza antigienica, causa di discordia e intemperanza tra il popolo, arrivando a diffondere la birra ("rigorosamente igienica e moderna") in sostituzione. Eppure per le popolazioni indigene la tradizione lo consiglia in dosi moderate ai vecchi, agli infermi, alle donne che allattano, è congiunto alla tequila, la bevanda nazionale (per il pulque si fermenta il cuore dell'agave atrovirens, per la tequila si cuoce il cuore dell'agave Tequilana Weber, poi distillato, come per il mezcal però con l'agave Angustifolia Haw).
Cerro tepoztlan
La leggenda indigena tolteca racconta che il contadino Papantzin (suddito molto fedele al re di Tula Telcalpanetzin) scoprì, viaggando in una zona semidesertica a nord di Tenochititlan, come estrarre il liquido secerno dal maguey o meglio vide un liquido che secerneva dal terreno (Mayauetl è la divinità femminile associata alla pianta, che si relaziona a Quetzalcoatl come un albero a due rami, quindi succo di due divinità, interrata quella all'emergere della divinità del seprente piumato; Sahagun, frate domenicano prolifico nel riportare leggende nahuatl, sostiene che Mayahuel è il nome della donna indios che per prima perforò il maguey per ricavarne la linfa preziosa; è lo "arbol de las maravillas" raccontato da Josè Acosta alla fine del XVI secolo). Papantzin lo fece provare alla moglie Xòchitl e al figlio che lo gustarono e lo trovarono molto dolce e gradevole. Il re inviò a Xòchitl una donna con una grande brocca per chiedere l'effluvio della magica bevanda, in cambio egli avrebbe ospitato la loro figlia elevandola dalle origini contadine con l'insegnamento della matematica, dell'astronomia e mettendo a disposizione i migliori maestri. Emozionato e fiducioso dell'affidamento, Papantzin scopre in realtà che la figlia vive imabazzata a corte dal suo stato sociale inferiore, dichiara guerra al re ma soccombe di fronte al suo possente esercito. Gli spagnoli si sorpresero al loro arrivo nel veder somministrata la bevanda alle donne che allattavano, ritenendolo un "miracoloso" stimolo a produrre più latte. Il frate d'origine indie Alvo Ixtlixòchitl avrebbe sostenuto invece che la scoperta si legava all'ultimo re di Tula Topìltzin e al figlio di Xòchitl, Tecpancaltzin, per cui la donna è la vera scopritora dell'aureo nettare. Von Humboldt visitando l'altopiano messicano sostenne che combinando pulque e altri alimenti le popolazioni locali mantengono un perfetto stato di salute, l'abate Clavijero nel XVIII secolo ne ha tessuto le lodi come un miracolo che la Natura ha donato ai messicani e si associa strettamente la sua produzione alle processioni cristiane delle popolazioni rurali come riporta in un cantare cristiano del secolo (Callegari legge in seguito al viaggio le relazioni del religioso italiano in Messico) e ancora ai tempi di Callegari la bevanda è assai diffusa tra i campesinos, e i grandi proprietari terrieri lucrano sulle botti di pulque e sui frequenti commerci tra villaggio e villaggio.

[1]  CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., p. 286; siti consigliati
en.wikipedia.org/wiki/Aztec
www.planeta.com/ecotravel/mexico/parques/tlaxcala.html
M. DE LOS ARCOS, Diccionario Porrúa de Historia, Biografía y Geografía de México, Messico 1975; BCVR, FIC, Cartella C3, 8 lastre di negativi fotografici raccolte in una scatoletta, vi sono annotazioni in essa "Messico moderno diapositive": frate domenicano a mezzobusto, "J. de Zumaraga"; una lapide con iscrizioni del tempo della Conquista e una processione di frati; convento "francescano di Tula"; "Acahnan"; Cartella C1, 4 post card e 3 fotografie di una raffigurazione scultorea in pietra di Nezahualcoyotl,  delle rovine del bagno di Nezahualcoyotl , vicino a Tula, accanto al cerro Tetzcotzinco), del Baño de Nezahualcoyotl; rovine, la scalinata d'accesso, Cerro di Tetzcotzinco; disegno con inchiostro di china che riproduce un tracciato di forma rettangolare con decorazione azteca ai margini, alla cui base è uno zoccolo centrale in cui è scritto "1426-1470 d. C." e nel centro presenta una trascrizione di epigrafe che inizia "Aneliamo, Principi invitti valorosi..." e termina con "Nezahualcoytl- Re di Tezcoco", nel retro in matita rossa "Epigrafe Nezahualcoyotl". 

lunedì 11 novembre 2013

Lorenzo Boturini Benaducci e l'interesse di Callegari per la storia recente del Messico



Così scrive Callegari nel libro "La mia escurcsione archeologica al Messico": "L'11 Maggio ebbi l'onore d'essere invitato da l'Academia de la Historia a scoprire una lapide - donata da la casa italiana Luisi - al nostro storico insigne, Lorenzo Boturini Benaduci (1702 - 1745) di Sondrio, diligente raccoglitore di 'codici' messicani, soffrì soprusi, persecuzioni, prigione ed esilio da parte del famigerato Viceré de la Nuova Spagna, Conte di Fuenclara... m'ero già occupato primo in Italia... una bellissima festa italo-messicana con largo intervento delle autorità dei due paesi affratellati, nel discorso che tenni in spagnolo ricordai la vita avventurosa, le vicende, le virtù di questo integer vitae, scelerisque purus, esaltando i meriri... dopo di me l'illustre storico messicano Alfonso Toro pres. de l'Academia inneggiò a nostre glorie più pure e alla fratellanza fra le due nazioni... proposi che alla via abitata dal Boturini fosse dato il suo nome e qualche giorno dopo ebbi la soddisfazione che pure la sala del Museo che contiene alcune pitture e manoscritti della sua raccolta fosse battezzata col suo nome" [1].

Lorenzo Boturini Benaducci
(immagine tratta da Wikipedia)
Lorenzo Boturini Benaducci - in realtà il suo nome era con tutta probabilità questo, o secondo altre versioni Bernarducci; inoltre doveva essere originario di Como e deceduto nel 1753 a Madrid - fu probabilmente uno storico, antiquario ed etnografo italiano che giunse nella Nuova Spagna nel 1736 e vi assemblò una vasta collezione di disegni geroglifici (particolarmente quelli di Juan de Alva Ixtlilxoctchitl, discendente dei signori di Texcoco che aveva consegnato questi documenti al creolo Corlos de Siguenza, per una visione "reale" dell'oggetto "Messico antico" e non più esclusivamente mediata dalla prospettiva "barbarica" delle descrizioni ecclesiastiche post-Conquista), mappe, manoscitti e codici nativi, copiando oltre 500 iscrizioni precolombiane e investigando sulla storia delle apparizioni della Virgen de Guadalupe. Ridimensionando i caratteri "barbarici" della visione del mondo amerinda (sulle orme del concetto cosmopolita, tollerante e illuminista di "governo universale del genere umano" elaborato da Giovanbattista Vico), fervente appassionato delle forme d'arte e della storia di quelle civiltà, devoto lui stesso al culto di Guadalupe fino a sospetti di culto sincretico col credo cattolico, proprio per questo fu imprigionato nel 1743 dal Vicerè della Nuova Spagna Pedro Cebrian y Augustin (conte di Fuenclara), accusato di essere entrato nella Nuova Spagna senza il permesso del Consiglio delle Indie e di aver diffuso senza autorizzazione reale documenti papali (per favorire le donazioni al culto della Vergine di Guadalupe), e la sua collezione fu sequestrata nell'ufficio della Segreteria del Vicerè. Ritornato a Madrid in miserabili condizioni frequentò l'appassionato collezionista d'oggetti amerindi Fernandez de Echevarria y Veitia, che gli offerse supporto finanziario perchè si riconsiderasse il suo caso davanti al Consiglio delle Indie; il Re, verificando ad indagine le sue buone intenzioni, gli restituì la collezione frutto di anni di lavoro e gli propose di ritornare nella Nuova Spagna, ma Boturini non tornò più e preferì essere ricompensato per la progettata storia generale della colonia, la "Storia dell'antico Messico" che non era ancora pubblicata al momento della morte nel 1753. 

Il terzo codice di Boturini
sul calemdario Azteco
(dalla sua collezione)
Veitia ne avrebbe continuato l'opera di collezione: il codice pittorico Boturini, il codice Azcatitlan (1576) e la Mapa de Sigüenza definiscono la patria degli aztechi nella mitica città di Aztlan, nella migrazione sotto il dominio di Colhaucan verso il XIV secolo per imporre il loro potere imperiale con la fondazione nel 1325 di Teotihuacan ed il controllo militare della Valle del Messico, nonchè il calcolo di uno cicli maggiori astronomici del calndario solare azteco, Xiuhmolpilli (la presenza di 188 anno - segni). La libreria di Nuestra Senora de Guadalupe accanto alla Basilica prende il nome da Boturini. La collezione passò da Echevarria ad Antonio de Leon y Gama all'inizio del XIX secolo quando fu esaminata e pubblicata da Alexander von Humboldt (l'originale è portato nella Libreria Nazionale di Berlino). Parte passò attraverso amatori e antiquari come Padre Josè Pichardo e Joseph Alexis Aubin, alla Libreraria Nazionale di Parigi (collezione Aubin-Goupil). Ciò che era rimasto in Messico fu archiviato nella Libreria universitaria, nel Conservatorio delle Antichità di Città del Messico, fino a confluire al tempo del viaggio di Callegari presso il Museo Nazionale Antropologico.

Il Presidente dell'Academia mexicana de Historia Alfonso Toro è stato un illustre studioso della storia del paese di posizioni clericaliste, autore di testi famosi e celebrati come "Historia Patriae" e "La Iglesia y el Estado de Mexico" (1927) e sulla vicenda intellettuale liberale e aperta al dialogo con la Chiesa di Elias Amador, il compilatore dell'Archivio generale dello stato di Zapatecas, ricco di documenti sulle guerre civili del XIX secolo, fondatore di questa Academia e storico ufficiale del Museo nacional de Arqueologia y Etnologia fino alla morte nel 1917.

Codex Siquenza dalla collezione Boturini
Nella "ospitale terra messicana avevo passato quasi cinque mesi": Callegari menziona ancora quando si reca a "visitare il famoso tempio di Tepoztlàn, o Tepoxtepéc, Casa di Tepozteco. Mi ci recai il 13-V con una compagnia di turisti internazionali ad osservare minutamente questo tempio-torre, costruito sopra un'altissima roccia porfirica, cui ascendemmo per una via assai erta e infine con scale di ferro fisse alle pareti"; è situato a "17 Km. da Cuernavaca ed è il nome del pueblo che parla assai volentieri l'antica e gloriosa lingua dei nahoa; si eleva il picco su cui s'erge la piramide alta 20 m. formata da tre piani e costruita con ogni cura in pietre di tetzontli, specie di basalte, calce e arena; conservato discretamente, presenta ancora le due scale che conducevano alla prima piattaforma, l'atrio, i resti dell'altare de' sacrifici, alcuni gradini di un'altra scala che sale al terzo piano, alla fine della quale v'è un portico sopra cui s'aprono tre porte che danno accesso al sacrario di quasi 50 mq. Sculture, rilievi, e avanzo di pitture policrome rosse, nere, azzurre e viola rimangono a dirci dell'antico culto che vi si prestava, rivela ancora la somma di conoscenze architettoniche che ebbero i costruttori, grazia, armonia degne d'ammirazione, che non avrebbe sfigurato nel mondo antico, in Egitto, in Assiria... fu tempio, fortezza, tomba e osservatorio astronomico, dedicato, secondo il Seler, che lo fece oggetto di importanti studi, a Tepoztecàtl, dio del pulque, il liquore dell'agave" [2].

Cerro Tepoztlan
(immagine tratta dal fondo
Callegari della Biblioteca
civica diVerona)
"Prima di lasciare la Capitale una visita al pantheon di San Fernando - dopo che m'ero inchinato alle tombe di Miguel Hidalgo, Allende, Aldama nella cappella di San José, nella Cattedrale. Solenne imponente, suggestiva nel suo triste abbandono è la tomba, in severo stile dorico, del Pater Patriae Benito Juàrez. Le sue austere sembianze, suggellate dalla morte, la maestria degli scultori Islas, ha scolpito in candido marmo presso una nobile figura di donna piangente, la Nazione. Non lontano, riposano l'eroe di Puebla, il gen. Ignacio Zaragoza e il ministro Comonfort, vittima della sua grande lealtà; più lungi, l'eroe dell'indipendenza, gen. Vincente Guerrero. In altra parte giace il gen. Ignacio Meja, e in un cortiletto, in una tomba d'arenaria rossa, senza nome nè data Miguel Miramòn - le due vittime principali dell'ambizioso sogno imperiale brutalmente troncato a Querétaro! La Morte, nel suo amlpesso di gelo, ha eguagliato vincitori e vinti nella pace del sepolcro riposano vicini per l'eternità" [3]. Non v'è dubbio che il viaggio, le escursioni e le frequentazioni accademiche hanno stimolato in Callegari la passione e l'interesse per la travagliata storia moderna del Messico, e vi condivide il pathos di lotta romantica e idealistica che spesso segna le tormentate vicende. Ignacio Seguin Zaragoza è il generale messicano che subì la sconfitta dalle truppe francesi occupanti nel 1862 a Puebla pur combattendo con ardore e determinazione, liberale e segretario militare di Benito Juarez, morto subito dopo la sconfitta di tifo a soli 33 anni; Ignacio Comomfort è stato Presidente della Repubblica Messicana dal 1855 al 1857 (nel momento in cui fu promulgata la nuova Costituzione liberale nella difficile transizione con il Presidente successivo Juarez in una situazione di controversa legalità), comandante giovane della piazza di Matamoros e dal 1842 deputato al Congresso per l'Unione liberale, combattè nella guerra contro gli Stati Uniti del 1847 e fu nominato comandante della guarnigione di Acapulco, legato ai conservatori che repressero l'insurrezione della popolazione indigena di Puebla nella battaglia di Tlaxcala; nel 1863 è agli ordini di Juarez per difendere il Messico dall'invasione francese nel governo liberale di San Luis Potosì, morì nel cammino delle truppe verso Celaya... Miguel Miramon combattè il presidente Juarez e fucilò i prigionieri liberali dopo la battaglia di Tucubaya nel 1859 nella piazza di Colima y Jalisco. Dovette poi emigrare da Veracruz durante le complicate vicende del 1862 e ritornò nel 1866 come Gran Maresciallo accanto alle truppe francesi dopo aver partecipato ai negozi per convincere Massimiliano d'Asburgo ad accettare la corona di Imperatore del Messico. Fu catturato nel 1867 assieme all'Imperatore e al generale Mejia nella piazza di Queretaro e fucilato dal Consiglio di guerra al Cerro de las Campanas; la tomba spoglia e senza memorie nel cortiletto rappresenta il duro monito ad una difficile memoria condivisa per il Messico repubblicano... Nel Febbraio del 1917, nel Teatro di Santiago de Queretaro Venustiano Carranza proclama la Costituzione politica dell'Unione messicana al termine dei lavori congressuali.

[1] CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., p. 288; ID.,  El Historiador italiano Lorenzo Boturini Benaducci, Discorso pronunciado el 12 de Mayo 1923, en Mexico para la inauguracion de la lapide en la fachada dela casa habitada por el...; ID.,  Il cavaliere L. Boturini-Benaducci e la sua opera sull'Antico Messico, "Atti della Regia Accademia degli Agiati di Rovereto", s. III, vol. XII, fasc. III-IV, 1906, pp. 285-320; ACCADEMIA DEGLI AGIATI DI ROVERETO, Fondo Registro dei soci, scatola 115, n. 702.2, Lettera, Callegari a Don A. Bettanini, Segretario dell'I. R. Accademia Roveretana degli Agiati, 23/03/1906 da Padova: "lavoro ora alla biografia dell'illustre e sventuroso messicologo Cav. Lorenzo Boturini Benaducci, con materiale venuto da Parigi"; BCVR, FIC, Cartella C1, documento dattiloscritto d'invito dell'Academia Mexicana de la Historia per l'inaugurazione della lapide commemorativa nella casa di don Lorenzo Boturini-Benaducci, 9 Maggio 1923 "quien fundò el Primer Museo de antigüedades en Mexico, en 1743"; BOTURINI-Benaducci L., Idea de una Nueva Historia General de la América Septentrional, Madrid 1746 (Mexico 1871); Catálogo del Museu Indiano, Mexico 1871; BAYLE C., El caballero Boturini y la fracasada coronación de la Virgen de Guadalupe en México, "Estudios Eclesiásticos", Madrid 1923; siti consigliati:
RUSSO A., Maria Matilde Benzoni, La cultura italiana e il Messico. Storia di un'immagine da Temistitlan all'Indipendenza (1519-1821), Milano 2004, p. 333; BCVR, FIC, Cartella C3,  riproduzione  testo di un codice pittorico amerindo del XVI secolo, processione azteca, didascalie in tedesco "Colhuacan e gli altri principi", "Colhuacan e le otto  stirpi imparentate, il cammino degli Aztechi verso Tamoanchan".
[2] CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., p. 289; BCVR, FIC, Cartella C1, cattedrale di Tepotzotlan  e  Tempio gesuitico.
[3] CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., p. 290; sull'esecuzione di Massimiliano d'Asburgo vedi sito

lunedì 4 novembre 2013

I canali marziani, la comunicazione metapsichica, la vita 'oltre' all'origine della cosmogonia





Callegari conosce un testo di Flammarion del 1894 intitolato La Fin du Monde, che giudica "narrazione in gran parte fantastica, ma con substrato scientifico per quanto paradossale": di fronte allo scontro devastante del nostro pianeta con una gigantesca cometa. allertati sulla prospettiva, i più grandi scienziati si arrovellano in un’aspra discussione accademica presso l’Institut de Science di Parigi sulla possibilità che lo scontro possa determinare la scomparsa della Terra o porti "des îles nouvelles extraterrestres, les germes d’existences inconnues". Sono scenari catastrofici che si delineano al contatto: le acque invaderanno i continenti e livelleranno profondamente l’orogenesi per erosione; l’azione del vento e delle infiltrazioni, delle variazioni di temperatura provocheranno una spaventosa erosione continentale ed enormi altopiani, piattaforme livellate, segneranno inevitabilmente il paesaggio. Successivamente, la prolungata siccità. Non assomiglia forse all’evoluzione di Marte secondo le convinzioni del tempo? Grandi oceani scomparsi, i mari ridotti a baie mediterranee poco profonde, continenti spianati, evaporazione facilmente producentesi, vapor acqueo ancora presente nell’atmosfera, piogge rare, nevicate abbondanti per condensazione sulla regione polare (soggetta a sciogliersi ciclicamente): un mondo ancora abitabile per degli esseri analoghi a quelli che popolano la Terra. E' come indicare che guardare Marte alla fine del XIX secolo dà il senso del confronto diretto con la sorte "futuribile" del nostro globo: Flammarion si spinge a dire che il pianeta rosso sia un astro "plus avancée"  nel suo sviluppo che la Terra, non possiede più alcun oceano ma solo limitate e non profonde distese umide, governate da canali, il vapor acqueo disponibile è estremamente limitato, l’atmosfera è invariabilmente "secca", condensazioni ed evaporazione si realizzano limitatamente e in brevissimo tempo; esiste ancora acqua laggiù: "en observant les neiges de la planéte Mars et ses mers, on pouvait en conclure que sans doute l’eau existe là comme ici".

Non si può parlare tout court di "aria" o "acqua" nel pianeta rosso, ma di liquidi e gas planetari "soient d’une composition chimique analogue". E’ più significativo per la nostra analisi ricordare come la fisiologia ha mostrato all’inizio del Novecento che la vita esiste sulla Terra nelle condizioni più diverse, per caldo, freddo, pressione atmosferica. Se i microscopi della "batteriologia" trionfante d'inizio XX secolo evidenziano una vita "invisibile" straripante sulla Terra a testimonianza dell’infinita energia di fecondità della natura nelle più disparate manifestazioni, i telescopi ci mostrano ora quella "straripata" nell’universo senza che alcunché possa ostacolare la manifestazione della potenza della natura nella realizzazione di esseri viventi in ogni astro e in ogni epoca. Le condizioni di abitabilità del pianeta sono il complemento necessario all’esistenza delle molteplici umanità e delle manifestazioni di vita su ogni mondo, suprema finalità d’ogni astro; Callegari nella sua monografia richiama la pubblicazione di La Planéte Mars et ses conditions d’habitabilité nel 1892 come dell’opera "più completa che abbiamo intorno al suddetto pianeta".

Appunti di Giovanni Schiaparelli
(dal fondo omonimo dell'archivio di Brera, Milano)

In quegli anni un serrato dibattito sulla possibilità che le indagini sperimentali sul pianeta rosso ci possano confermare nell’ipotesi della presenza di "vita" interessa anche i contesti più autorevoli del mondo accademico scientifico internazionale. L’astronomia influenza e si fa influenzare da un’opinione affascinante e ricca di implicazioni etico-filosofiche e scientifico-filosofiche: Giovanni Schiaparelli dal 1878 traduce le osservazioni sperimentali delle linee scure che solcano le regioni desertiche nella mappatura di "canali", grandi canyons ove potrebbe scorrere l’acqua secondo modelli analogici con la geologia terrestre; egli ipotizza anche che la loro rigida struttura geometrica implichi l’intervento attivo di un’"intelligenza" realizzativa; scettico dal punto di vista accademico, accarezza più volte la teoria negli scritti divulgativi. Callegari ricorda il giudizio di Schiaparelli su Flammarion espresso nel Pianeta Marte pubblicato nel 1893, "inviatomi da Lui stesso pochi dì prima della Sua fine": "la dottrina della pluralità dei mondi abitati da esseri viventi e intelligenti ha trovato ardente apostolo in Camillo Flammarion, dotto e immaginoso scrittore, nel quale la scienza copiosa ed ordinata dei fatti d’osservazione non impedisce l’esercizio di una fantasia potente... egli si è proposto di sottrarre questo tema alla fantasia dei poeti... di dargli così tutto quel grado di logica consistenza e di probabilità empirica di cui è capace l’apparato scientifico". Nel 1894 il miliardario Percival Lowell raccoglie una lunga serie di osservazioni sperimentali nel deserto dell’Arizona in occasione del movimento di opposizione del pianeta: tra le carte del Fondo Schiaparelli nell’Archivio di Brera, una busta raccoglie articoli di giornale e fotografie, trasmessi da Lowell all’attenzione dell’illustre astronomo italiano, a testimonianza di anni frenetici di contatti e sorprendenti supposizioni. Lowell procede con la supervisione di William Pickering, che già dal 1892 indaga sulle canalizzazioni e sulle "zone oscure" del pianeta rosso: l'idea che esista una "civiltà" marziana in lotta per la sopravvivenza nell’arido pianeta prende piede soprattutto in questo ambiente. Il sistema di canalizzazione, allora, "presenta una indescrivibile semplicità e simmetria che possono essere interpretati come il lavoro sulla base di una scelta intelligente" ipotizzerà Schiaparelli prima di morire nel 1898. 
Nelle recensioni apparse su "La Provincia di Padova" nei primi anni del XX secolo Callegari partecipa di questo "sentore" che mischia questioni astronomiche e suggestioni irrazionalistiche, filosofico-esoteriche; riprende a sommi capi le osservazioni di Schiaparelli: la carta topografica del pianeta rosso, l’ipotesi per cui la presenza di macchie scure è indice di esistenza dell’acqua (che assorbe luce), concentrata in acquitrini e discioltasi dalle regioni polari. 

Accenniamo ora ad un'ultima suggestione culturale di Callegari derivata dalla sua attenta ed esaustiva lettura di Flammarion. Sul romanzo La fin du Monde: "la teoria della trasmigrazione astrale delle anime è sviluppata in Uranie ed è in gran onore nel romanzo siderale "Stella"; a proposito dei grandi problemi della psiche umana, il cui dibattito è in questi tempi più accanito e ardente, gli infiniti misteri degli spazi interplanetari ed interstellari hanno sedotto (Flammarion, nda) a studiare quelli non meno infiniti ed ammirabili dello spirito umano; dalla sublime contemplazione delle sfere gravitanti nello spazio, è passato allo studio delle vibrazioni del nostro cervello: ciascuna sensazione, ciascuna idea corrisponde a vibrazioni, ci prova l’esistenza di un mondo psichico reale, tanto come il mondo conosciuto dai sensi". Il segnale metapsichico sembra fornire "dati osservativi" pseudoscientifici alle oscure e catastrofiche profezie sulla morte e "rigenerazione" dell’uomo, in presenza di una gerarchia evolutiva interastrale di anime e di mondi. Se i pianeti sono abitati, per la rilevazione sovrastimata delle loro analogie con la Terra, allora è possibile sostenere che la Terra, dal punto di vista delle sue caratteristiche "psichiche", derivate dal suo stato fisico, è un pianeta mediocre, senza alcunché d’eccezionale: stagionalità e ciclo di rivoluzione astronomica sembrano assicurare altrove condizioni più favorevoli al prolungamento dell’esistenza. Qui decisamente in modo sorprendente e curioso le tematiche del ragionamento scientifico e dell'abito positivistico vagano decisamente nella temperie etico-filosofica dello spiritualismo, delle ricerche ai confini della scienza sullo spiritismo e sui medium: la 'metapischica'. Se esiste influenza 'psichica', la possibilità delle onde cerebrali a distanza, una comunicazione oltre i confini degli astri tra umanità 'diverse', forse può essere all'origine  delle costruzioni mitologiche e fantastiche, delle oscure definizioni cosmogoniche delle civiltà antiche: "la materia non esiste come la percepiscono i nostri sensi che ci danno soltanto le impressioni incomplete d’una realtà ignota; sarebbe costituita come la luce, il calore, l’elettricità da una specie di movimento per cui l’universo è un dinamismo, la sostanza unica è immateriale ed inconoscibile nella sua essenza, noi ne vediamo le condensazioni d’ordine psichico... nel nostro mondo le forze psichiche hanno una parte assai insufficientemente osservata; l’uomo è dotato di facoltà, che le osservazioni fatte sui medium, sui dinamogeni mettono in evidenza, come il magnetismo, l’ipnotismo, la telepatia, la visione a distanza, la premonizione".