giovedì 19 marzo 2015

Le collaborazioni in tutto il mondo

Nonostante la necessità non sempre agevole di conciliare questi interessi con i tempi e i modi del lavoro d’insegnante di geografia e storia, che svolse regolarmente nelle scuole tecniche del Veneto, la passione spinse Callegari a sostenere frequenti e importanti contatti con gli studiosi stranieri più eminenti attraverso la partecipazione regolare ai congressi americanistici internazionali. Per dirla con le parole di Franco Venturi, “vincoli di profonda amicizia lo legavano a Pigorini, Mantegazza, Mochi, ad Antonio Mordini di Barga, esploratore delle Guyane, ad Antonielli col quale organizzò come segretario generale il Congresso Internazionale degli Americanisti a Roma nel 1926” [1]; del Congresso, svolto a Roma nel 1926, abbiamo un valido resoconto nella rivista “Colombo” dello stesso anno. Callegari su invito del Ministero degli Esteri, si stabilì a Roma per sei mesi e riuscì ad organizzare il tutto, anche grazie all’aiuto di seri collaboratori quali il professor Antonielli, direttore del museo etnografico Luigi Pigorini, e il professor Riccardi dell’Università di Roma; il Nostro fu segretario generale e, come riferisce egli stesso: “Facemmo, per quanto novizi, una discreta figura, come ben si può vedere dagli atti pubblicati nel 1928” [2]; “in seguito partecipò al Congresso di Amburgo con l’esploratore delle Guyane, Antonio Mordini di Barga... nel 1932 fu inviato come delegato ufficiale dell’Italia al congresso de La Plata, dove ebbe modo di rinsaldare col direttore di quel museo, professor Gioacchino Frenguelli, antichi vincoli d’amicizia e dove poté studiare le ricche collezioni dei musei di Buenos Aires e di La Plata. A tale riunione ebbe modo di mettersi in luce grazie all’incarico ufficiale, datogli dal Ministro dell’Educazione Nazionale e dalla Reale Accademia d’Italia, e venne nominato presidente per la sezione di archeologia americana. Egli presentò due comunicazioni, coadiuvate da lunghe proiezioni, l’una sull’atlatl antico, propulsore di frecce messicano, squisitamente scolpito in legno e oro, che era stato da poco acquistato dal Museo Preistorico del Collegio Romano; l’altro intervento fu un saggio notevole... sul metodo d’insegnamento per volgarizzare e facilitare lo studio dell’archeologia americana” [3].
La Cattedrale di La Plata, inaugurata lo stesso anno
del congresso degli americanisti, il 1932, sebbene
ancora incompleta. (da Wikipedia)
A seguito di questa attività “istituzionale” Callegari iniziava corsi universitari regolari di “antichità americane” presso l’Università cattolica di Milano e organizzava la mostra d’Arte Antica del’America Latina nel maggio 1933 con la collaborazione dell’Accademico d’Italia Paribeni e del già ricordato Antonielli della Direzione generale delle Antichità e Belle Arti, nonchè del peruanista Giuseppe Mazzini: di ciò il professore scrisse in un articolo per la rivista del Touring Club “Le vie d’Italia e del mondo” e soprattutto compilò il libretto illustrativo della rassegna [4]. Agli inizi degli anni Trenta la sua attività intellettuale cominciava così ad orientarsi sulla valorizzazione del patrimonio artistico precolombiano presente nelle collezioni pubbliche e private italiane di Torino (Museo Civico, Istituto di Antropologia dell’Università), Firenze (Museo di Antropologia ed Etnologia), Genova (Collezioni civiche) e Roma (Museo Pigorini), che a più riprese dal 1914 egli aveva schedato e descritto, come nel precedente articolo su questa collana ho dimostrato sulla base del carteggio inedito. Nel 1934 Callegari pubblicava il saggio “Per un catalogo sistematico della suppellettile archeologica dell’Antica America, esistente nei nostri Musei”, negli Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, che costituisce forse il risultato complessivo e “critico” terminale di quest’opera di valorizzazione del patrimonio museale italiano [5].
Se l’“appassionato americanista” riceveva onori e riconoscimenti istituzionali, era incapace ad ogni modo di realizzare concreti ed efficaci “progetti editoriali” adeguun progetto per la pubblicazione di un’opera assai importante: Arte antica d’America nei musei d’Italia, con 64 tavole, prefazione e testo esplicativo. Purtroppo l’improvvisa scomparsa del  direttore di questa casa editrice, Mario Recchi, impedì l’effettuazione di tale opera...” [6]. In questo contesto riveste gran importanza, a mio parere, il materiale inedito rinvenuto nella Biblioteca Civica e in particolare il fitto e corposo carteggio dello studioso veronese con Pietro Gorgolini per la costituzione di un Centro studi di arte americana, siglato C. I. S. A., che costituisce una tappa significativa nella vita culturale di Callegari, ma nel contempo è uno “spaccato” interessante sulla politica culturale del fascismo, oggi peraltro tornato di attualità per la recente riapertura, dopo aver ricevuto prestigiose donazioni e aver informatizzato i supporti di ricerca, della Library del Centro studi americani [7],  in quel palazzo Antici-Mattei in via Caetani a Roma che è pure un sito significativo della nostra storia.
ati alle sue ambiziose ricerche culturali: la collaborazione sulle riviste popolari e divulgative continuava assiduamente (tra le tante “Cultura moderna”, “Scienze per tutti”, la rivista d’arte e di cultura varia “Emporium”), mancava però la realizzazione di edizioni più articolate e ambiziose dei suoi studi. Nel carteggio inedito ho trovato alcune lettere del direttore editoriale della “Biblioteca d’arte editrice” di Roma Mario Recchi, risalenti al 1933 e alla primavera del 1935, per cui egli si accordava per cercare sussidi presso le Ambasciate e i Consolati latino-americani e vagliava i finanziamenti per quello che Venturi ha definito “

BIBLIOGRAFIA

[1] VENTURI F., Per un recupero del patrimonio americanistico veronese: dal Fondo Callegari alle terrecotte del museo comboniano, in Atti della giornata di studi Verona 20 Aprile 1991, “L’Americanistica italiana e le collezioni precolombiane in Italia” a cura di M. Sartor, CLEUP 1993, pag. 15; 
CALLEGARI G. V., “Il Hamachayatl” del Regio Museo Preistorico Etnografico L. Pigorini del Collegio Romano, “Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia”, vol. L, fasc. IV, Firenze 1920, pag . 5; 
CALLEGARI G. V., Scultura, lapidaria e oreficeria nel Messico precolombiano, su “Dedalo”, a. III, vol. III, Milano 1923, pagg. 560-567; 
CALLEGARI G. V., Alcuni oggetti messicani antichi del Museo Antropologico Etnologico di Firenze, Firenze 1914/ Feltre Castaldi 1914, pag. 7.
[2]  VENTURI F.,  Guido Valeriano Callegari, libero docente di antichità americane, “Civiltà veronese” a. II, n. IV, sett. 1989, , pagg.  80- 81.
[3] VENTURI F., Guido Valeriano... (vedi [2]), pagg. 81, 83;
CALLEGARI G. V., America Precolombiana. Un sessennio di scoperte archeologiche 1925-1930, Atti della Società italiana per il Progresso delle Scienze, riunione XXI - Roma Ottobre 1932, vol. IV, estratto, pagg. 11-14;
CALLEGARI G. V., Observaciones sopra la enseñanza de la Americanistica en las escuelas superiores de Europa, in “Sanderabdruck aus den Verhandlungen des XXIV Internationalen Americanistischen Kongresses Hamburg  September 1930”, Hamburg 1931, pagg. 32-35; CALLEGARI G. V., Il XXV Congresso internazionale degli americanisti a La Plata, in “Atti dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona”, s. V, vol. XI, 1933, estratto, pagg. 1-12 ( anche in “Vita e pensiero”, a. XIX, vol. XXVI, 1933 e in “Aevum”, a. VII, 1933).
[4] VENTURI F., Guido Valeriano... op. cit., pag. 81;
VENTURI F., Per un recupero... op. cit., pag. 15;
CALLEGARI G. V., Arte antica dell’America Latina, “Le vie d’Italia e del mondo” rivista TCI, Milano Lacroix, 7 Luglio 1933, pagg. 4, 5, 8, 16, 22; a cura della Direzione Generale delle Antichità e delle Belle Arti,  Mostra d’arte antica dell’America latina, Roma 4 Maggio-20 Giugno 1933, Istituto Poligrafico dello Stato Roma 1933, pagg. 37 con 9 tavole.
[5] CALLEGARI G. V., Per un catalogo generale sistematico della suppellettile archeologica d’America esistente nei nostri musei, Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze - XXIII Riunione di Napoli 17 Ottobre 1934, vol. III comunicazioni di classe B scienze morali e archeologiche Firenze 1935, pagg. 68-71;
CALLEGARI G. V., Suppellettili precolombiane del Museo Nazionale d’Antropologia ed Etnologia di Firenze, “Le vie d’Italia e dell’America Latina” rivista Touring Club Italiano, a. VI, Dicembre 1932, pagg. 4-7;
CALLEGARI G. V., Scultura, lapidaria... (vedi [1]), pagg. 560-567, 542;
CALLEGARI G. V., Alcuni oggetti messicani... (vedi [1]), pagg. 9-16; BCVr, FIC, carta manoscritta di Guido Valeriano Callegari, intitolata “Rubrica oggetti appartenenti antico Messico e Centroamerica”, senza data; minuta d’articolo manoscritta del Callegari, intitolata “Oggetti d’arte antica Messicana nel Museo d’antichità di Torino”, senza data; una serie di carte manoscritte e minute in matita, sparse, del Callegari, intitolate “Nota delle antichità messicane” (1916); minuta di articolo manoscritta ad inchiostro del Callegari, intitolata “Oggetti precolombiani nell’Istituto d’Antropologia dell’Università di Torino”, senza data; carta dattiloscritta intitolata “Collezioni civiche americane di Genova”, datata 8 Aprile 1833;
CALLEGARI G. V., Oggetti d’arte antica messicana nel Regio Museo d’antichità di Torino, “Italia e Messico”, Roma 11 Dicembre 1922;
CALLEGARI G. V., La raccolta d’oggetti precolombiani del Museo d’antichità di Torino, “Emporium” fasc. VII, Luglio 1924, pagg. 3-6;
CALLEGARI G. V., Oggetti precolombiani all’Istituto d’Antropologia della Regia Università di Torino, “Vie d’Italia e dell’America Latina”, rivista TCI a. V, Maggio 1931, pagg. 45-48;
CALLEGARI G. V., Per una raccolta di antichità precolombiane, “Marzocco” 13 Dicembre 1925, tesi anticipate nella monografia Per una raccolta di oggetti precolombiani in Italia del settembre di quell’anno e proseguito nello stesso dicembre con Ancora su una raccolta di antichità americana in Italia, come risulta dalle carte private manoscritte dello studioso considerate in Venturi F., Per un recupero del patrimonio... op. cit., pag. 16.
[6] BCVr, FIC, lettera intestata “Biblioteca d’arte Editrice”-Palazzo Ricci Roma del direttore editoriale Mario Recchi a Guido Valeriano Callegari, 15 Luglio 1933; lettera 21 Agosto 1933 del Consul du Mexique J. Rodolfo Lozada a Guido Valeriano Callegari; lettera 3 Maggio 1935 intestata “Biblioteca d’arte Editrice”- Palazzo Ricci Roma del direttore Mario Recchi a Guido Valeriano Callegari; Venturi F., G. V. Callegari... op. cit., pag. 82-83.
[7] "La Repubblica", 13 Settembre 1997