lunedì 21 settembre 2020

Annuncio: è arrivato il nuovo libro!

È disponibile su Lulu:

"Il viaggio messicano di Guido Valeriano Callegari, americanista veronese"

Fate click sul banner "Il progetto Callegari" in alto a destra per acquistarlo.

Quasi novanta pagine di informazioni, citazioni, fotografie, per descrivere "l'escursione" effettuata da Callegari in Messico nel 1923, e per approfondire tutto quello di sorprendente, misterioso e interessante che lo studioso ha pazientemente descritto.

Tutto a meno di dieci Euro!

sabato 19 settembre 2020

José Vasconcelos

José Vasconcelos Calderón (Oaxaca, 1882 - Città di Messico, 1959) è stato un personaggio dalle molteplici attività.
Diplomato in diritto alla Scuola Nazionale di Giurisprudenza, si schierò con Madero durante l’inizio della rivoluzione messicana contro Porfirio Diaz. In quel periodo era presidente dell’Ateneo de la Juventud; in questa istituzione, fondata nel 1909, lui ed altri (come Antonio Caso, Alfonso Reyes e Pedro Henriquez Ureña) iniziarono una critica all’impostazione etnica dell’America Latina così come voluta dai colonizzatori, introducendo per la prima volta il concetto di “razza messicana” come derivante dall’unione di etnie diverse. “No somos simplemente una America inconclusa, una América segunda de nuestra vecina del Norte.(...) la nuestra es patria y obra de mestizos de dos o tres razas, por la sangre y de todas las culturas por el espìritu”.
Con la presa del potere di Huerta, Vasconcelos si schierò contro di lui e, visto che Madero lo aveva nominato console a Washington, si adoperò, specialmente con Francia e Gran Bretagna, per evitare finanziamenti al nuovo governo, Con l’arrivo di Carranza, Vasconcelos tornò in Messico,
Salito al potere Obregòn, questi lo nominò rettore dell’Università del Messico (1920); Vasconcelos, nel frattempo, lavorò al il suo saggio La raza còsmica (che sarebbe uscito nel 1925), dove ribadiva ed espandeva i concetti citati in precedenza.
Dopo il 1922 entrò in politica come ministro della pubblica istruzione. A lui si deve il piano di alfabetizzazione, elaborato nei primi anni venti, che puntava sulla scolarizzazione alla portata di tutti, specialmente tra le popolazioni degli indios, e su una cultura prevalentemente laica, allo scopo di fondere la cultura precolombiana con quella portata dagli europei, cosa naturalmente difficile se si fossero incluse anche le diverse religioni. Il trionfo di questa fusione culturale, nella intenzione di Vasconcelos, fu la creazione delle Segreteria della Pubblica Educazione, un’area culturale comprendente in particolare dipinti realizzati da artisti di fame anche internazionale, quali Diego Rivera.
In seguito fu membro della Academia Mexicana de la Lengua e del Colegio Nacional.
Ebbe anche una carriera di scrittore di opere teatrali quali Prometeo vencedor (1916), La mancornadora (1946) e Los robachicos (1946); ed altra narrativa come La sonata mágica (1933), La cita (1945), El viento de Bagdad (1945).

“En estos instantes solemnes en que la nación mexicana, en medio de su pobreza de- dica un palacio a las labores de la educación del pueblo, hagamos votos por la prosperi- dad de un Ministerio que ya está sagrado por el esfuerzo creador y que tiene el deber de convertirse en fuente que mana, en polo que irradia. Y finalmente que la luz de estos cla- ros muros sea como la aurora de un México nuevo, de un México espléndido.”
Tratto dal discorso di inaugurazione della Segreteria della Pubblica Istruzione, 1922

Biografia: BERTACCINI T., Le Americhe Latine nel Ventesimo secolo, Feltrinelli 2014.

lunedì 7 settembre 2020

Hugo Brehme


Un estratto dal nuovo saggio su Callegari di uscita imminente

Una parte rilevante delle fotografie che oggi sono raccolte nel Fondo Callegari della Civica di Verona, sono in realtà cartoline, frutto del lavoro del fotografo Hugo Brehme, nato nel 1882 ad Eichenstadt in Germania, e che a 22 anni intraprese un viaggio professionale in Messico, senza certamente immaginare che si sarebbe fermato lì per il resto della sua vita (morì nel 1954 nella capitale).
Brehme, precisamente, era uno dei tanti fotografi arrivati oltre l’Atlantico per completare una piccola raccolta; invece, dopo sette anni, aprì il suo primo studio a Città del Messico (San Juan de Letran, 3) e lì si stabilì con Auguste Karoline Hartmann, sua sposa: nel 1914 nacque suo figlio Armando, detto Arno, che avrebbe calcato le sue orme. Nel 1920 fondò uno studio più grande (in Avenida Cinco de Mayo, 27; poi in Avenida Madero, 1) chiamato “Fotografia Artistica Hugo Brehme”. Da lì decollò la sua attività, culminata nel 1927 con l’uscita del suo libro di fotografie “Mexico Pintoresco”.
Sebbene si considerasse un artista, Brehme mostrò subito uno spiccato senso degli affari. Fu aiutato in questo dal fatto di risiedere in Messico “al sicuro” mentre l’Europa veniva distrutta dalla prima guerra mondiale. A conflitto terminato, in pochissimi potevano competere con lui e con il suo sterminato archivio fotografico, realizzato in anni di lavoro e peregrinazioni negli angoli più nascosti del paese. Non v’era praticamente editore che non si rivolgesse a lui volendo realizzare una guida turistica. Ma il frutto del suo lavoro che più lo appassionava erano sempre le cartoline illustrate, stampate e diffuse in ogni angolo del paese e anche negli Stati Uniti e in Europa.
Le sue fotografie, in bianco e nero o seppia, furono alla fine catalogate in un larghissimo archivio. Conclusa anche la seconda guerra mondiale, Brehme si ritrovò troppo vecchio e logoro per “reinventarsi”, dovendo adeguarsi alla fotografia a colori che giù prendeva piede, e così passò tutto al figlio Arno. Sebbene quest’ultimo si dedicò principalmente a progetti commerciali, non disdegnò di creare altre cartoline, naturalmente a colori. Nel 1992 i discendenti di Hugo e Arno diedero alle stampe “Pueblos y Paisajes de Mexico” raccolta che includeva quasi tutto “Mexico Pintoresco” e molte foto più recenti.
 

Le informazioni sono tratte in larga parte dal sito edomexico.gob.mx (oggi non più disponibile)