lunedì 14 ottobre 2013

Camille Flammarion



Come già affermato, Callegari, giovane studioso di antiche questioni geografiche ed astronomiche, mostra un particolare interesse per l'attività intellettuale dell'"illustre" astronomo francese Nicolas Camille Flammarion, nelle sue dimensioni eclettiche che conciliano il trattato scientifico, divulgativo, l'interesse esoterico e la produzione letteraria (i romanzi "siderali").
In "La Pluralité des mondes habités" (1862) e "Les mondes imaginaires et les mondes réels" (1865) Flammarion ha indagato sui libri religiosi e filosofici di età antica e moderna che hanno discettato delle presenze "spirituali" negli astri planetari: la "pluralità dei mondi", a lungo e diversamente supposta, ha prodotto "umanità" singolari e inusitate; tra Athanase Kircher e l'eterodosso Illuminismo di Swedenborg o soprattutto di De Fontanelle (di cui afferma "sous les ornaments de la fiction dont sa thèse est graciensement parée, fit ouvrir bien des yeux du coté de la verité"(1). Sull'opera dell'astronomo francese Callegari sarà autore della traduzione critica in italiano.
Emmanuel Swedenborg
L'astronomo francese confuterà poi in termini critici e scettici nella sua opera scientifica la dottrina della trasmigrazione delle anime sulle stelle focalizzando nella speculazione la mancanza di controllo razionale, ma rimarrà pur sempre vicino, perlomeno "affettivamente", a questo prodotto illuminista e libertino: "l'univers, fantasmagorie faite d'ombres et d'apparences... les âmes, dans leurs transmigrations d'un systéme à un autre, en progressant toujours, vers le savoir et la puissance, conservent au moins ce caractére invariable, et leur vie intellectuelle est en connexion permanente avec l'œuvre de la lumiére".
Nella sua opera visionaria e narrativa in particolare, Flammarion correla strettamente la metempsicosi celeste alla possibilità della pluralità di pianeti abitati ("jusque par delà les régions inconnues où se développe l'éternelle splendeur... sont les Humanités nos soeurs qui passent"), una dottrina cui concede assoluta liceità d'ipotesi scientifica (ricordando come la scienza astronomica coeva l'ammetta anche se "a denti stretti"), quando essa, concilando religione, scienza e filosofia si collochi nell'orizzonte etico-filosofico spiritualistico e antimaterialista per descrivere le facoltà meravigliose di spazi celesti diversi ma fratelli e per disegnare una vita spirituale eterna che conformi alla pluralità dei mondi la pluralità dell'esistenza delle anime, in un grado progressivo di elevazione alla Bellezza, alla Verità e al Bene, di cui la Terra risulta ai gradi inferiori: "la solidaritè universelle... non restreint à la Terre les exitences successives de l'âme; des mondes supérieurs, séjours magnifiques des hautes intelligences, constellent l'étendu inexplorée des lontains espaces... au sein d'une température constanment en harmonie avec les fonctions de l'organisme; un printemps éternal peut-être plus diversifié par des charmes toujours nouveaux que nos saisons les plus disparates, décore ces mondes fortunés, où l'homme est affranchi de toute occupation purement matérielle, et except de ces besoins grossiers inhérents à notre organisation terrestre, de sens plus délicats... notre humanité tout entìere serait déstruite ce soin par un souffle mortel, qu'on ne s'en apercevrait pas sur les autres mondes, et qu'il n'y paraîtrat rien dans le marche journalière de l'univers; notre paradis c'est l'infini des mondes, le loi d'unité et de solidarité, tant matérielle que spirituelle, une parenté universelle nous reunit... proclamaient hautment notre immortalité sans nous découvrir le champ où elle devait s'étendre... plusieurs vies se continuant... un terre promise dans laquelle vous êtres entrés par activité incessante de l'esprit" ; così del "curieux probléme de l'existance de la vie à la surface des autres mondes", "la solution ne se présentait d'abord que comme la conséquence philosophique de l'existance même de ces mondes" a partire dalla "incontestable et rigourensement prouve que chaque planète de notre systéme solaire est environnée d'une atmosphére" ; ecco allora che l'amore della conoscenza e la volontà di unirsi a Dio costituiscono le "condition du progrés de l'âme en ses transmigrations dans la vie éternelle" (2)
Camille Flammarion
La possibilità di costruire apparati cosmografici visti con gli "occhi" degli abitanti di altri mondi, di discettare su "umanità" altre potrà definire i migliori repertori visionari, le icone pseudotecnologiche della letteratura parascientifica a cavallo tra XIX e XX secolo: occorre definire la cosmologia (inclinazione dell'asse di rotazione dell'astro, obliquità dell'eccentrica...), la costante di gravità, la durata specifica del giorno, le temperature estreme del pianeta in oggetto, definire un quadro fisiologico ambientale in relazione alla distanza dal Sole, alle condizioni di temperatura ed umidità, alla possibilità di un'"atmosfera", disegnare un milieu con esattezza, circostanziato (il calore, la luce, il magnetismo, "l'attraction physique des mondes constitue leur unité"), concepire la perenne aggregazione e disaggregazione della materia nell'universo in costituzioni organiche per cui ogni corpo dissoluto prelude a rinnovamento nell'eterna sussistenza del quantitativo energetico, e collocare in modo quasi deterministico in esso una "razza" esistente; infine s'introduce, timidamente, qualche originale esemplare di fauna, una inusitata "specie di legumi", e il gioco è fatto. Se l'Universo è per definizione infinito ("il ne peut y avoir ni fin, ni commencement"), infiniti sono gli esseri in esso presenti, tanto da sfuggire ad una comprensione esaustiva del quadro evolutivo "esistenziale" possibile in un'eternità perennemente popolata, ma non all'applicazione di un retropensiero deterministico ed evoluzionista nella classificazione delle "razze" spaziali (per progressivo grado di sviluppo costituzionale fisico e di elevazione etico-spirituale): "les forces diverses qui furent en action à l'origine des choses domnérent naissance sur les mondes à une soit dans les régnes organiques; les êtres animés furent dis le commencement constitués suivant des formes et suivant un organisme en correlation avec l'état physiologique de chacune des sphéres habitées, les planétes qui sont des êtres supérieurs à l'homme; chaque création astrale se resumé dans un type d'umanité"; "les sciences physiologiques nous enseignent que les mondes susceptibles de l'état plus avancé de civilisation, habités par un type d'êtes supérieurs, physiquement et moralement, sont ceux qui réunissent les conditions d'existence les plus favorables à l'entretien luxuriant de la vie, les plus elevés intellectuallment". "Existe dans le champe de l'immensité millions de soleils différents du nôtre, d'autres combinations chimiques, d'autres conditions physiques... ont produit des êtres absolument différents, d'autres sens incomparablements plus élognés". Ecco allora che si parte dal fatto per cui "dans chaque partie du systéme planétaire, il existe un caractére spécial à toutes les natures intellectuelles; la forme organique ressemblait assurément â la nôtre, les facultes intellectuelles étaient toutes différentes" così che è possibile ipotizzare il progresso continuo di umanità, di progressive civilizzazioni attraverso il raggiungimento di ulteriori vertici intellettivi, di conoscenza. Ne "La fin du monde" (1894), un trattato scientifico divulgativo in forma di romanzo, Flammarion non dubita allora che "a travers les métamorphoses séculaires de la planéte, l'humanité avait continué de grandir dans le progrés", il vero motore evolutivo dell'intero universo, ciò vale anche per l'umanità terrestre che "où le conditions d'habitabilité du globe commencèrent à décroitre, tout les êtres vivants s'ètaient développés en beauté, en richesse d'organes" (3),  l'umanità terrestre, perfezionatasi spiritualmente e fisicamente fino all'ultima possibilità, sarà accolta dopo che il nostro mondo avrà completato la sua opera).
A Callegari evidentemente non sfugge la traduzione italiana dell'opera di Flammarion; in particolare qualche anno dopo, scrivendo una succinta biografia dell'astronomo francese su "la Provincia di Padova", egli ritiene che "per merito suo la discussione intorno alla pluralità de' mondi entrò in un campo assolutamente nuovo ed assunse un aspetto eminentemente filosofico", ovvero di risposta polemica al materialismo positivistico imperante all'epoca nella comunità accademica nella ripresa di una "filosofia astronomica, iniziata da' Cinesi, dagli Egiziani, dagli Indiani, da' Druidi, e da parecchi filosofi Greci, discussa, respinta od accettata da tanti filosofi nell'evo medio e moderno", che ha concepito l'Uomo come "cittadino del cielo, non già materia"; nell'alveo della tradizione spiritualistica di pensiero "la personalità dell'anima affermerà un giorno il suo carattere e la sua indipendenza", il compito dello studio scientifico è di "giungere ad intuire la misteriosa grandezza dell'Essere Supremo", per usare le parole di Flammarion"une refutation non theologique du materialisme contemporain" (4).
C'è dell'altro però, non è estraneo a questo contesto spiritualistico, irrazionalista l'interesse multiforme e complesso, che potremmo definire "maniacale" verso il pianeta rosso, Marte, ed in particolare negli ultimi anni del secolo XIX.

(1) FLAMMARION C., Scienza e vita, Antologia di scritti e pensieri a cura di G. V. Callegari, Voghera Roma 1909; FLAMMARION C., La pluralité des mondes habités: etùde ou l'on expose les conditions d'habilité des terres célestes, discutée au point de vue de l'astronomie et de la physiologie, Mallet-Bachelier Paris 1862, liv. I° Etude historique, pp. 14-32, 37-39, 41, liv. V L'Humanité dans l'Univers, pp. 233-237 e Appendice, pp. 412-417; KIRCHNER A.,  Itinerarium exstalicum, quo Mundi opificium, id est coelestis expansi, siderumque tam errantium quam fixorum natura, vires, proprietates, singulorumque composito et structura, ab infimo Telluris globo, usque ad ultima Mundi confinia, nova hypotesi exponitur ad Veritatem, Roma 1656; HUYGENS F., The Celestial Worlds Discover'd: or Conjectures concerning the Inhabitans, Plants and Productions of the Worlds in the Planets, London 1698 (orig. Cosmothéros, sive de Terris coelestibus, earumque ornatu. Conjecturae, Hogae-Comitum); SWEDENBORG E., Des Terres dans notre monde solaire qui sont appélees Planétes; de leurs habitants et de leur esprits; HERSCHEL W., Astronomical Observations on the Rotation of the Planets, "Philosophical Transactions of the Royal Society"  p. I, LXXXI, p. 115 (1781); DE FONTENELLE BERNARD LE BOVIER, "Entreitens sur la pluralité des mondes", Paris1686, trasc. Conversations on the Plurality of Worlds, trans. H. A. Hargreaves, Berkeley University of California Press, 1989; ARAGO F., Astronomie populaire, vol. IV, Paris 1854/1857, p. 136)

(2) FLAMMARION C., La pluralité... cit., liv. III° Physiologie des êtres, pp. 154-155, 182, liv. IV° Les Cieux, p. 231, liv. V° L'Humanité dans l'Univers, pp. 257-306 e cap. II Infériorité de l'habitant de la Terre, pp. 314-319, 324, 326, 328, Appendice Travaux d'astronomique physique (1869), pp. 441, 447, 454-455; tra i tanti i romanzi "siderali", id., Revés etoilés, Marpon et Flammarion Paris 1888; Uranie, Paris 1891, pp. 368).

(3) FLAMMARION C., La pluralità dei mondi abitati, (traduz. Pizzigoni), Simonetti Milano 1875, pp. 474; id. La pluralité... cit., liv. V° L'Humanité dans l'Univers, pp. 221, 233, 253 e  cap. II Infériorité de l'habitant de la Terre, pp. 316, 324, Appendice La Pluralité des mondes devant le dogme chrétien, II Cosmogonie des livres saints, pp. 386-387, Appendice SWEDENBORG E., De la Terre de Mars, p. 428 e Travaux d'astronomique physique (1869), p. 453; id., La fin du monde, E. Flammarion Paris 1894, liv. II°, cap. III° L'apogée, pp. 276, 283-284, cap. IV° Vanitas vanitatum, p. 305, cap. VI° Eva, p. 340, Épilogue - Après la Fin du Monde terrestre, pp. 369, 381, 385 su Giove "incomparablement supérieur à la Terre"

(4) CALLEGARI G. V., Camillo Flammarion, "La Provincia di Padova" 25-26/2/1902). 

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