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Puebla, Casa del Affinique (dal Fondo Callegari BCVR) |
In Aprile lo studioso giunge nella città di Puebla: “rivaleggia con Guadalajara come seconda città, 100.000 abitanti, assolutamente moderna, ricca di superbi palazzi, bei monumenti e bellissime chiese i cui campanili, con il tetto in mattonelle verniciate a vari colori, sono di bellissimo effetto. la cattedrale, decorata in onice e marmo rosa e mosaici è più bella di quella del Messico; le ricchezze profuse negli altari, nelle balaustre e cancellate d’argento (...) visitai il Colegio del Estado, ove mi fu guida un collega, il prof. Tenorio (...) il 19 Aprile visitai Cholùla a pochi chilometri sulle rovine dell’antica città azteka e che vanta, oltre della Chiesa di S. Francesco, la celebre Capilla Real in stile moresco, 49 cupolette sono sorrette da una foresta di 64 colonne. Vanto della città sono i resti della prodigiosa piramide, il più grande monumento del genere, l’altezza raggiunge meno della metà della piramide di Kheops, i lati irregolari misurano circa 440 ciascuno, la superficie in 19 ettari, costruita in grossi mattoni alternati con strati di pietrisco e terra. E’ orientata per l’epoca e suddivisa in quattro piani, sedici scalinate, quattro per faccia, non ne esiste che una di 120 gradini (...) d’origine ignota, attribuita agli Ulmeki o ai Maya godette nelle leggende la parte stessa della torre di Babele; secondo dotte ricostruzioni, doveva avere un aspetto imponente, pari alle ciclopiche costruzioni degli Egiziani, degli Assiri, dei Babilonesi. Disgraziatamente, oggi essa è in abbandono, tagliatane una fetta da una linea ferroviaria, sgretolata in molti luoghi, quasi scarnificata e ricoperta quasi totalmente da fitta vegetazione, sembra una collina naturale danneggiata da gallerie scavate per ricercare un fantastico tesoro; negli scavi del 1798 venne alla luce una cella cubica contenente scheletri umani, idoli di basalte e vasellame dipinto (...) sulla piattaforma è stata costruita una graziosa chiesa cattolica dedicata a Nuestra Señora de los Remedios (...) Cholùlan, che all’epoca della conquista contava 20000 case, 400 templi e 150.000 abitanti, era la Mecca dell’Anàhuac, vi accorrevano milioni di pellegrini a venerare il grande dio e demiurgo Quetzalcòatl. Il panorama che vi si gode è meraviglioso, non lontano Puebla coi suoi tetti, più lungi la Malinche, dalla parte opposta i grandi vulcani nevosi, in giorni serenissimi si può perfino scorgere lo stesso Orizaba!” [26].
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Oaxaca, Santo Domingo (dal Fondo Callegari BCVR) |
Di tutto ciò resta una documentazione iconografica nel fondo inedito della Biblioteca Civica che mostra anche un attenzione particolare di Callegari agli aspetti etnografici, come ai vestiti tradizionali dei popoli dell’altopiano di Puebla, alle figure caratteristiche della vita sociale dei villaggi rurali.
1 - CALLEGARI G. V., La mia escursione... cit., pp. 281-283; BCVR, FIC, Cartella 2 (1923), 3, C4 (“mi tierra, mi dormida, mi esperienza soñada” F. Ramirez Condiani);