Le suggestioni filosofico-metafisico-letterarie delle quali abbiamo già parlato, Callegari le collega alla passione letteraria per l’opera del grande romanziere francese Victor Hugo, morto in quegli anni.
Per “La Provincia di Padova” scrive alcune scarne monografie divulgative, e nel 1909 pubblica la traduzione italiana del “Post Scriptum”, le pagine postume di riflessione filosofica. Il “monumento” del Romanticismo francese è assai meno lontano di ciò che si potrebbe pensare dall’astronomo “irrazionalista” Flammarion, oggi sappiamo che si sono frequentati a livello epistolare. Nel 1862 Hugo scrive a Flammarion dopo aver letto “La Pluralité des mondes habités” e loda senza riserve il lavoro dell’astronomo. Nel “Promontorium Somnii” racconta di una visione telescopica della Luna dall’osservatorio astronomico di Parigi: al deludente tuffo nell’oscurità apparentemente indistinta, man mano che la pupilla s’abitua succede il repentino folgorare della luce nel buio tracciato timidamente di segmenti rettilinei... Fili impercettibili e dilatati disegnano regioni, zone, la perdita di profondità e di senso della realtà trascina l’uomo nell’ignoto in cui potra
nno celarsi umanità mastodontiche, leviataniche, idre, un serpente di fuoco si disegna nell’oscurità e appare un cratere, colonne di fiamme sorreggono gli orli della voragine... un ”Hamlet visible”.
nno celarsi umanità mastodontiche, leviataniche, idre, un serpente di fuoco si disegna nell’oscurità e appare un cratere, colonne di fiamme sorreggono gli orli della voragine... un ”Hamlet visible”.
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Victor Hugo |
Questo tessuto comune di riflessioni tra i due intellettuali francesi appare chiaramente evidenziato negli scritti di Callegari. Di Hugo afferma: “quale poeta ha elevato maggiormente l’anima alla contemplazione spirituale del cielo? Nel sentimento della vita al di là, trova il fenomeno psichico della presistenza atavica, la morte è una concezione ideale, che risente indubbiamente delle teorie spiritualistiche, una ricerca più esatta, più severa e più grande dell’Inconoscibile”. E ancora, traducendo le pagine postume dello scrittore francese: “in comunicazione con la parte invisibile della natura tempo e spazio sono fantasmi di vita: la legge dei globi è la morte, la legge dello spazio è l’eternità, tra i due mondi la trasformazione di ogni essere in vivente dello spazio, l’uomo è frontiera, nascere è entrare nel mondo visibile, morire entrare in quello invisibile... sopra ogni globo vi è un essere che trabocca, il punto d’unione con le altre sfere, alla morte l’uomo diventa siderale, le anime passano da una sfera all’altra accostandosi incessantemente a Dio, fiumi di pianeti, abitanti di mondi diversi... a tre sfere apparteniamo: Umanità è Natura dentro il nostro organismo, Soprannaturalismo è Natura che sfugge ai nostri organi, Supernaturalismo è Natura troppo lontana; a intervalli scoppia una scoperta che da colpo di mina alle profondità della scienza... scienza e religione esprimono inconsapevolmente l’infinito, il bene e il male sono aperture all’infinito, la legge morale è il filo del labirinto” [2].

[1] FLAMMARION N. C., Clair de Lune, Paris 1865, p. 291; HUGO V., Promontorium Somnii, Proses philosophiques de 1860-1865, Paris 1868; ID., Les Contemplations, Paris 1856; C. DUFRESNE, Victor Hugo, homme d’esprits, “Historia mensuel - Dossier: Les grands hommes et l’irrationnel”, n. 668, 2002;
[2] CALLEGARI G. V., V. Hugo: post scriptum della mia vita, “Bollettino di Filologia Moderna” a. X n. 1 Palermo 1909, pp. 19-22; ID., V. Hugo: Post scriptum della mia vita. Pagine postume, tradotto da G. V. Callegari, Roma 1909;
[3] CALLEGARI G. V., Victor Hugo (26/11/1802-22/5/1885), “La Provincia di Padova” 26/11/1902; ID., Note bibliografiche. E. A. Poe, Il libro de’ poemi, Roux Torino 1903, ivi 19-20/3/1903; ID., Maria Nono-Ignis, ivi 5-6/7/1904;